Il caso dei due saharawi bruciati vivi a Tindouf dai soldati dell’esercito algerino lo scorso ottobre è stato portato davanti all’Onu HRC in occasione della 46a sessione del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite.
Durante il dibattito l’attivista saharawi Naji Moulay Lahsen ha ricordato che “i due giovani sahrawi dei campi di Tindouf, Moha Ould Hamdi Ould Suelem e Ali Idrissi, sono stati bruciati vivi in una fossa da una pattuglia militare algerina”.
Il dramma si è verificato lo scorso ottobre quando i ricercatori d’oro saharawi, residenti nei campi di Tindouf, sono stati sorpresi da una pattuglia armata algerina nei pressi di un campo a sud della città Uinet Bellakraa. Alcuni sono riusciti a fuggire mentre per le due vittime non c’è stato scampo e sono rimaste intrappolate nella fossa, ha ricordato l’attivista che chiede al Consiglio per i diritti umani di prestare maggiore attenzione alla situazione reale nei campi di Tindouf in Algeria
Nel corso della sessione sono intervenuti altri attivisti e organizzazioni per i diritti umani per denunciare le gravi violazioni commesse dalle milizie del Polisario sotto la complicità delle autorità algerine e a discapito delle popolazioni saharawi nei campi di Tindouf.
I relatori hanno sottolineato in particolare la responsabilità dell’Algeria in questi abusi perpetrate dal Polisario nei campi di Tindouf.