Il caso di Lucia Annibali, l’avvocatessa sfregiata in volto con l’acido in un agguato commissionato dal suo ex fidanzato, diventa un film. “Non ci sarà mai una pena che possa riparare quello che mi è successo ma come donna di legge posso dire che nel mio caso giustizia è stata fatta. La condanna a 20 anni è il massimo che il nostro sistema prevede in casi del genere”, racconta Annibali, parlando a Roma nel corso della presentazione di ‘Io ci sono’, film tratto dalla sua biografia che andrà in onda martedì 22 novembre su Rai Uno.
“Quello che credo – aggiunge – visto l’allarme sociale che cresce relativo agli attacchi con l’acido ritengo sia auspicabile individuare una fattispecie di reato che tenga conto dei danni gravi ed irreversibili che costringono le vittime a convivere tutta la vita con un aspetto diverso dal proprio”. “Se ancora penso a Varani (il mandante dello sfregio, ndr)? Poco, in genere penso a cose più divertenti. La paura che un domani possa uscire dal carcere c’è ma sarà una cosa che affronterò se e quando si presenterà il problema”.
“Portare il peso di un dolore così grande è faticoso ma da ogni esperienza come la mia credo sia importante imparare e trasformarla in qualcosa di positivo che possa essere utile a se stessi ed agli altri”, continua l’avvocatessa. “Questa storia non parla solo alle donne ma a chiunque nella vita affronta momenti duri per non perdere mai il desiderio di vivere perché la vita vale sempre la pena di essere vissuta”.
“Su quel pianerottolo mi sono trovata di fronte alla morte ma in quel preciso istante ho scelto la vita e quando scegli la vita lo fai per sempre”, dichiara ancora Annibali. “I primi giorni nel centro ustioni in ospedale sono stati molto duri. Nel momento in cui ho realizzato cosa era capitato mi sono sentita come risucchiare ma è una sensazione che ho avuto la forza di stoppare”.
L’avvocatessa parla anche dell’interpretazione di Cristiana Capotondi. “Sono felice di averla conosciuta – dichiara – la ringrazio moltissimo per aver dato vita alla mia storia ed alla mia persona”.