“Le dimissioni di Giulia Sarti sono un atto doveroso. Lei diceva di non essere colpevole e per questo querelò l’ex fidanzato. Nel momento in cui la querela viene archiviata i probiviri faranno la procedura di espulsione. Per ma la vicenda è chiusa qui”. Il vicepremier Luigi Di Maio cerca di mettere un punto e stemperare le polemiche sul caso delle rendicontazioni che coinvolge la deputata M5s. “Il Pd chiede le dimissioni di Rocco Casalino per la vicenda? Sarà la quarta volta che lo fanno – aggiunge Di Maio nel corso di un evento a Confragricoltura – lui ha semplicemente detto alla Sarti di querelare il fidanzato se aveva ragione”, prosegue.
Ma cosa c’entra Casalino con questa vicenda? I fatti vengono ripercorsi dal deputato del Partito democratico e componente della commissione Giustizia, Carmelo Miceli, in un’interrogazione al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.
“Premesso che agli atti del procedimento giudiziario – si legge nell’interrogazione – che ha visto la presidente della commissione Giustizia della Camera, Giulia Sarti, denunciare l’ex fidanzato in riferimento al caso ‘Rimborsopoli’, figurano alcuni messaggi secondo i quali il portavoce del presidente del Consiglio, Rocco Casalino, avrebbe invitato la deputata M5s a presentare la denuncia per uscire da una vicenda politicamente imbarazzante, a poche settimane dalle elezioni”.
“Nello scambio di messaggi con l’ex fidanzato – continua Miceli – alla domanda su chi le abbia chiesto di denunciarlo, la deputata Sarti avrebbe risposto, secondo quanto riferiscono i quotidiani: ‘Me l’ha chiesto Ilaria con Rocco, per salvarmi la faccia’. Rocco sarebbe Rocco Casalino, il portavoce di Palazzo Chigi. Sul caso è arrivata la richiesta di archiviazione dei pm di Rimini nei confronti dell’ex fidanzato, richiesta che rivela come la decisione di Sarti di scaricare le colpe sull’ex fidanzato sia stata una finzione per salvare il Movimento 5 stelle da un caso politicamente imbarazzante”.
Il deputato vorrebbe quindi “sapere se il presidente del Consiglio non ritenga doveroso effettuare opportune verifiche sul reale comportamento tenuto da Casalino sul caso Sarti, prima ancora che a farlo siano i magistrati. Se, in attesa che il caso venga chiarito completamente, non sia opportuno sospendere Casalino dall’incarico e dal relativo stipendio, per tutelare l’istituzione ‘Presidenza del Consiglio’ da un caso per ora solo politicamente imbarazzante ma che in futuro potrebbe avere sviluppi ben più pesanti”.