“Questa vicenda sarà un boomerang per tutti i partiti che ci stanno attaccando perché ora per i cittadini è chiaro che noi abbiamo restituito 23 milioni di euro mentre gli altri si sono intascati fino all’ultimo centesimo. Il tempo di concludere le verifiche e per chi ha fatto il furbo non ci sarà più posto nel Movimento”. La strategia del doppio binario viene in soccorso a Luigi Di Maio nel mezzo del calvario della rimborsopoli Cinquestelle.
Se da un lato il candidato premier M5S ribadisce che “non ci sarà nessuno sconto per i traditori”, dall’altro non ci sta a lasciar passare il messaggio che il Movimento sia paragonabile agli altri partiti a causa di poche “mele marce” e passa all’attacco degli avversari politici. “La stragrande maggioranza dei nostri portavoce – sottolinea – ha ottemperato gli impegni presi e infatti nel fondo per il microcredito ci sono oltre 23 milioni di euro. Abbiamo chiesto al Mef l’elenco completo dei bonifici e chi non risulterà in regola per me è già fuori. Non facciamo sconti a nessuno, tantomeno a noi stessi e pubblicheremo la lista completa”. D’accordo con lui anche il garante Beppe Grillo, martedì a Roma.
Intanto il Mef fa sapere che è in corso una valutazione giuridica sull’ammissibilità della pubblicazione dei dati di “alcune centinaia di persone” in quanto il diritto all’informazione incrocia quello alla privacy. Domattina alle 9 Di Maio si recherà al ministero di via XX Settembre per chiedere ulteriori verifiche. E Alessandro Di Battista annuncia la creazione di un fondo ulteriore per il controllo delle restituzioni.
10 IRREGOLARI E 2 ADDII -Su Facebook il M5S denuncia le irregolarità di cinque parlamentari: Andrea Cecconi, Carlo Martelli, Maurizio Buccarella, Ivan Della Valle ed Emanuele Cozzolino. Mentre secondo le Iene ci sarebbero anche Silvia Benedetti, Massimiliano Bernini, Elisa Bulgarelli, Barbara Lezzi e Giulia Sarti. Dopo la notizia, Della Valle fa un passo indietro e si ritira dal Movimento mentre Cozzolino si dice pronto a farlo. Buccarella invece ringrazia Le Iene e promette che chiarirà. Un’altra scossa di terremoto arriva da Bruxelles: lascia il Movimento anche David Borrelli, vicino a Casaleggio e padre del tentativo di entrare nel gruppo parlamentare dell’Alde in Ue. Motivi di salute, recita lo scarno comunicato. Borrelli, tra i fondatore di Rousseau, resta però al lavoro tra Bruxelles e Strasburgo, e passa al gruppo dei non iscritti ad alcun gruppo.
SCONTRO CON PD – A Renzi che incalza perché siano resi pubblici i nomi degli eletti coinvolti nel caso restituzioni, Di Maio replica: “L’unica cosa che Renzi ha restituito agli italiani è il traditore della Patria Silvio Berlusconi. Renzi come livello di promesse mancate è ben al di sotto delle nostre mele marce. E’ partito da rottamatore e si è ridotto a macchietta della politica. Da Renzi a Razzi il passo è breve”, scrive il candidato premier a cui non è andato giù che il segretario Pd abbia dato al Movimento dell’arca di Noè che imbarca anche i truffatori. “Chi pensa di farci la morale – continua Di Maio – abbia la dignità di starsene zitto e andarsi a nascondere. Renzi, che non conosce la Storia italiana, ci ha paragonato a Craxi e al mariuolo Chiesa. I suoi parlamentari non hanno restituito un centesimo. Si sono intascati milioni e milioni di euro a sbafo”. E’ questa la linea del leader pentastellato: evidenziare come il M5S restituisca volontariamente i soldi pubblici mentre gli altri partiti no. Intanto lo staff di Renzi precisa che il “paragone tra Craxi e Di Maio ovviamente non sta in piedi, il segretario Renzi ha solo stigmatizzato la tendenza a circoscrivere una vicenda che è molto più grave di come è stata presentata: mi scuso con chi si è sentito offeso”.
I CONTI IN REGOLA DI DI MAIO– Al rientro da Pomigliano d’Arco dove ha chiuso la prima parte del suo ‘rally’ verso le elezioni, Di Maio ha incontrato di buon’ora Filippo Roma de Le Iene e allo sportello bancario della Camera gli ha mostrato di aver rispettato tutte le regole interne del Movimento. “Abbiamo verificato tutti i bonifici che ho effettuato al fondo del Microcredito per un totale di oltre 150.000 euro, certificato dal direttore della banca. Ho anche rinunciato alle indennità aggiuntive da vice presidente della Camera. In tutto ho restituito o rinunciato in 5 anni di legislatura a più di 370mila euro”, annuncia il Cinquestelle.
IL BUCO DIMENTICATO – Ma la partita interna ed esterna ormai si gioca sulla cifra finale dell’ammanco nei rimborsi e sui nomi di quelli “che hanno tradito”. La cifra fino a martedì mattina sembrava sfiorare il milione e mezzo di euro, ma nessun dato ufficiale è stato ancora diffuso.
DOMANI È UN ALTRO GIORNO – La giornata romana di Di Maio è proseguita con un passaggio al comitato elettorale dove ha arringato i suoi. “Per noi le regole sono sacre e questa è una garanzia per gli italiani”, assicura il leader. Domani la corsa ricomincia da Chieti, altre tappe – serali – fino alla chiusura il 2 marzo in piazza del Popolo a Roma.