Luigi Di Maio sceglie le strade del suo collegio in Campania per percorrere gli ultimi chilometri della prima parte del ‘rally’ che lo porterà fino alle elezioni del 4 marzo. Tappa a Napoli e dintorni per il candidato premier che ha scelto luoghi simbolo del capoluogo partenopeo, dal salotto buono della città alle zone più periferiche per concludere nel paese natale: Pomigliano D’Arco.
Due le questioni spinose sullo sfondo di questa giornata all’ombra del Vesuvio: la rimborsopoli M5S a cui il servizio delle Iene ha dato un altro colpo e il candidato ‘fu’ massone Catello Vitiello, avvocato napoletano che non ha intenzione di ritirarsi dalla corsa elettorale e vuole, anche lui, arrivare fino in fondo al rally, sperando che al traguardo si spalanchino le porte del Parlamento. “La mia esperienza (nella Loggia ndr) appartiene al passato, si è conclusa in tempi non sospetti e non per ragioni di opportunismo politico. Quando ho firmato la mia candidatura con il Movimento 5 Stelle ero in regola con il codice etico. Vado avanti per la mia strada nella certezza di essere compreso da chi davvero mi conosce e crede in me”, riporta una nota di Catello Vitiello. Ma Di Maio da Napoli ha ribadito: “Vitiello? E’ una persona che non ci aveva detto di appartenere a una loggia massonica. Non può stare nel movimento, gli abbiamo inibito l’uso del simbolo: per lui è game over”.
La vicenda dei rimborsi prima e degli impresentabili dopo agita da giorni la campagna elettorale del Movimento Cinque Stelle. Il candidato premier M5S, arrivato domenica in Campania, ha replicato alle domande sui rimborsi mancanti dal fondo del microcredito, vicenda che ha portato al doppio passo indietro di due candidati illustri come Andrea Cecconi e Carlo Martelli. “La notizia è che il M5S ha restituito 23 milioni e 700 mila euro, non sarà qualche mela marcia a inficiare questa iniziativa e come sanno gli italiani da noi le mele marce si puniscono sempre. Se ci sono persone che hanno sbagliato saranno perseguite. Cecconi e Martelli sono già stati messi fuori. Per gli altri stiamo facendo le dovute verifiche”, ha spiegato Di Maio. Poi rivolgendosi a Matteo Renzi ha aggiunto: “Mi fa rabbrividire: restituisca prima i 23 milioni euro che lui e il suo partito devono agli italiani, poi ci faccia la morale”.
Matteo Renzi, il giorno prima, lo aveva attaccato: “L’unico impresentabile di queste elezioni è Di Maio, che non si presenta mai ai confronti televisivi. Loro ogni giorno ce ne hanno uno impresentabile”. Alle accuse del leader Dem, il M5S replica compatto pubblicando sul blog delle stelle la seconda parte dell’elenco degli impresentabili del Nord. Dal blog infatti il Movimento pubblica il nome di 100 persone tra Liguria, Emilia Romagna e Toscana. In Liguria, il M5S chiama in causa Edoardo Rixi (Lega), Francesco Bruzzone (Lega), Vittorio Zizza (Noi con l’Italia), Sandro Biasotti (Forza Italia), Vito Vattuone (Pd). In Emilia Romagna: Galeazzo Bignami (Forza Italia)Enrico Aimi (Forza Italia)Giovanni Battista Tombolato (Lega)Sergio Pizzolante (Civica popolare)Beatrice Lorenzin (Civica popolare) Pierferdinando Casini (Pd) Piero Fassino (Pd). In Toscana: Gabriele Toccafondi (Civica popolare), Roberto Giachetti (Pd), Luca Lotti (Pd).