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Manovra, i sindacati da Conte: “Ridurre cuneo e non stoppare infrastrutture”

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Il primo grande tavolo sulla manovra tra governo e sindacati c’è stato e la novità più significativa è che il confronto tra l’esecutivo e le parti sociali sarà permanente. O almeno questo è l’impegno che il premier Conte si è assunto.
Con lui, a palazzo Chigi, non c’erano i due vicepremier, c’erano però i sottosegretari al Lavoro, Marco Crippa e Claudio Durigon e, dall’altra parte del tavolo, i segretari di Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Confsal e Cisal.

Le prime tre sigle del Paese, dopo l’incontro, hanno deciso di convocare gli esecutivi unitari il 19 dicembre: il giudizio è negativo, ma non del tutto. I leader di Cgil, Cisl e Uil hanno presentato al premier un documento per chiedere modifiche alla legge di Bilancio. Il nodo principale è il carico fiscale che grava sui redditi da lavoro dipendente e da pensioni: “Sul versante fiscale – si legge nel documento illustrato – i provvedimenti annunciati sono iniqui e sbagliati in quanto si sceglie di introdurre un nuovo condono premiando gli evasori e non si riduce il cuneo fiscale per i lavoratori e per i pensionati, non si prevedono né una maggiore progressività delle imposte e né interventi sui patrimoni dei più ricchi e non si programma un deciso contrasto all’evasione”.
Per tutti poi – anche l’Ugl è dello stesso parere – la priorità è non bloccare le infrastrutture, almeno quelle in essere: nessuno stop – sperano – a Tav, Tap, Gronda e Terzo Valico.

“Ho ascoltato con molta attenzione le loro istanze, le loro osservazioni ma anche alcuni apprezzamenti per le iniziative messe in campo dal Governo con la manovra economica in corso di discussione al Senato”, ha commentato il premier. Una manovra che Conte ha definito “in discontinuità con le politiche di austerity del passato e all’insegna della crescita economica coniugata allo sviluppo sostenibile e alla stabilità sociale”. Crescita, sviluppo sostenibile e stabilità sociale sono i punti su cui il governo tenterà di far leva con Bruxelles nei prossimi giorni.

“Ci è stato ribadito che il governo intende intervenire in modo significativo sulla manovra già al Senato”, ha assicurato la leader della Cgil, Susanna Camusso, per la quale non si può parlare di una “svolta” nei rapporti tra Governo e sindacati, perché dal premier  non è arrivata alcuna “risposta di merito” sulle proposte avanzate dalla piattaforma. C’è stata attenzione, ha affermato, quello sì. Ma che si è rivelata solo “un generico tenere conto”: “Il premier ha ammesso il ritardo con cui il Governo ha iniziato a discutere con i sindacati”.

Molto più morbida e ottimista la segretaria della Cisl, Annamaria Furlan: “L’incontro è stato molto approfondito – ha riferito -. Il premier Conte ha ascoltato le nostre proposte. C’è stata molta attenzione e un impegno, che si è assunto, di avere in futuro un’interlocuzione costante con le parti sociali. Credo questo possa dirsi un cambio di passo importante, significativo e mi auguro davvero si possa realizzare”.

Carmelo Barbagallo, segretario della Uil, ha apprezzato “la discontinuità rispetto all’austerità” nella manovra, chiedendo però investimenti “per infrastrutture, la riduzione delle tasse per lavoratori e pensionati, un piano straordinario per il Mezzogiorno”.
Sulla previdenza, “quota 100 va bene se è un punto di partenza”, ha spiegato. E’ però “indispensabile attivare subito le commissioni per la separazione tra previdenza e assistenza e sull’individuazione di altri lavori gravosi. Bisogna, poi, rinnovare i contratti nel pubblico impiego”.

L’esecutivo è sulla strada giusta – soprattutto in materia di semplificazione e digitalizzazione nella Pubblica Amministrazione – per Paolo Capone, segretario generale dell’Ugl, che ha apprezzato la “disponibilità del Governo a indire tavoli continui con le parti sociali su infrastrutture, investimenti e riforma del codice degli appalti”.

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