La manovra, dopo un primo passaggio alla Camera, la prossima settimana approderà alla commissione Bilancio del Senato. Difficile dire se e come cambieranno reddito di cittadinanza e quota 100, le misure più importanti che, peraltro, in legge di Bilancio vengono solo finanziate, senza dettagli precisi sul loro funzionamento. Nonostante le richieste europee, M5S e Lega ribadiscono che, su questi due punti, non ci saranno slittamenti o riduzioni di spesa. Al momento, insomma, i nodi non sono ancora sciolti.
Fa poi discutere (e sarà forse rivisto) il contributo per l’acquisto di autovetture, basato su un meccanismo del bonus/malus ecologico. Chi acquisterà e immatricolerà in Italia un’auto nuova elettrica, ibrida o a metano, avrà un contributo economico fino a 6mila euro, calcolato sulla base della CO2 emessa per chilometro. Viceversa, chi ne comprerà una nuova alimentata con carburanti più inquinanti, dovrà pagare un’imposta che, anche in questo caso, sarà legata alle emissioni di CO2 del veicolo.
. Per il momento ci sono stati solo una serie di annunci. Bisognerà vedere come saranno tradotti nei testi degli emendamenti alla legge di Bilancio. Ecco le novità annunciate dalle due forze politiche.
PENSIONI D’ORO. Il Movimento 5 Stelle vorrebbe un intervento incisivo sulle pensioni d’oro. Forse si arriverà addirittura ad un taglio massimo del 40%, come ha detto il vicepremier Luigi Di Maio. La riduzione (che dovrà passare al vaglio dei parametri della Corte costituzionale, secondo cui non si possono toccare i “diritti acquisiti” ma soltanto chiedere “contributi di solidarietà”, tendenzialmente di natura temporanea). Chi segue il dossier parla di quattro diversi “contributi”, appunto, con aliquote dell’8%, 12%, 16% e 40%, che andrebbero a colpire queste fasce: da 90mila euro lordi l’anno a 130mila la prima; da 130 mila a 200mila la seconda; da 200mila a 350mila la terza; fino a 500mila la quarta e oltre i 500mila per l’ultima fascia.
SALDO E STRALCIO. La Lega, invece, vuole reintrodurre quel ‘saldo e stralcio’ saltato dal decreto fiscale. Il vicepremier Matteo Salvini ha detto che chi è in regola e aderirà alla pace fiscale dovrebbe poter pagare un’aliquota forfettaria del 15% per le cartelle da 30 a 90mila euro.
TAGLI ALL’EDITORIA. I tagli ai finanziamenti pubblici ai quotidiani, annunciati a più riprese ma poi sospesi con uno stop ad un emendamento alla Camera, alla fine ci saranno. I pentastellati, che ne hanno fatto una bandiera, assicurano che la proposta di modifica sarà ripresentata al Senato. I tagli saranno introdotti gradualmente: 20% nel 2019, 50% nel 2020, 75% nel 2021 e ci sarà poi lo stop definitivo nel 2022.
VARIE ED EVENTUALI. Tutte le misure illustrate finora permetterebbero di “far cassa” e avere più soldi a disposizione. Sul lato della spesa, invece, verranno stanziati una serie di fondi per un pacchetto di misure che a Montecitorio sono rimaste fuori. Si va dai 4 milioni di tax credit delle sale cinematografiche ai 180 milioni per la manutenzione straordinaria delle strade (comprese le famigerate buche di Roma). Sembra ormai certo, infine, l’arrivo di 10 milioni per aiutare gli orfani di femminicidio.