“Quello che farò non è uno spettacolo, è un racconto di quello che Maradona ha dentro, che era nella testa di ogni tifoso del Napoli. Questo non credo l’abbia mai pensato un altro giocatore”. Sorride emozionato Diego Armando Maradona, felpa e capellino in testa, nella breve conferenza stampa di presentazione di ‘Tre volte Dieci live’, lo show che domani lo vedrà protagonista sul palco del teatro San Carlo di Napoli, diretto da Alessandro Siani, una produzione Best Live che in primavera sarà trasmessa in esclusiva da Nove, la rete generalista di Discovery . “Racconterò tutto quello che ho nel mio cuore, non lascerò nulla per me – promette Maradona – Io so che i napoletani capiranno tutto quello che dirò”.
A distanza di trent’anni dal primo scudetto degli azzurri, con il sindaco Luigi de Magistris che lo ha già invitato per festeggiare l’anniversario di quel 10 maggio 1987, Maradona si sente ancora napoletano. “Mi continua a sorprendere, ci sono ragazzini che non mi hanno mai visto ma che si commuovono e piangono per fare una foto con me. Dopo trenta anni continua lo stesso amore, è come la prima donna”, confessa. “Vorrei ringraziare Siani che ha creduto in me, perché dire ‘Maradona al San Carlo’ era ‘ma quando mai’. Il teatro più bello del mondo senza alcun dubbio lo abbiamo noi napoletani. Gli altri saranno buoni, belli ma non hanno il San Carlo”, risponde alle polemiche che hanno accompagno il suo esordio sul blasonato palco del teatro partenopeo.
“Venire al San Carlo è soprattutto la possibilità di abbracciare i napoletani e su questo Diego non si tira mai indietro, che sia un teatro, lo stadio San Paolo o una viuzza”, assicura Siani. “Ieri qui fuori l’hotel Vesuvio ho visto scene che non dimenticherò mai, ho visto bambini di dieci undici anni con le lacrime agli occhi – racconta – e ho detto a Diego che quelle sono lacrime che non si asciugano, si passano di generazione in generazione”. Per l’artista, che è anche autore dello spettacolo, “Napoli è una città che aveva rassegnazione negli occhi ma nel 1984 Diego è riuscito a cambiare lo spirito di questa città, ci ha dato la forza di dire ‘si può vincere'”.
Lo ricorda anche Maradona: “Noi continuiamo ad avere l’illusione dello scudetto perché un giorno io ho detto a un presidente che Napoli si meritava una squadra per vincere lo scudetto”. Un discorso ambientato al passato, che ha anche il sapore del futuro. Ieri sera Diego ha incontrato il patron del Napoli, Aurelio de Laurentiis: “Prima devo risolvere i problemi miei in Italia e poi potrò lavorare per il Napoli in Italia e nel mondo. Io vorrei una squadra vincente, che possa giocare a tu per tu con la Juve, il Milan e la Roma. Oggi il presidente è un esperto di calcio”, ha detto ai microfoni di Sky Sport.
Ma è il ricordo dei tempi con addosso la maglia azzurra ad occupare la scena in questa venuta a Napoli, a tre anni dalla precedente, che è davvero un tuffo nel passato: “Io venivo dal Barcellona, potevamo vincere, pareggiare, perdere. Ma quando sono arrivato a Napoli ho detto ‘qui non posso perdere, qui devo vincere’. Un giorno giocavamo Napoli-Cremonese, una partita in cui non ci si giocava nulla, c’erano 80mila persone: ho capito che dovevamo fare una squadra per vincere lo scudetto. E quella stessa sera mi sono detto ‘Se non gioco per lo scudetto non gioco più’, mi sarei vergognato ad avere 80mila persone per non vincere. Per quello abbiamo fatto uno squadrone con cui andavano a Milano a vincere, a Torino gliene facevamo cinque, a Roma andavamo alla grande”, ride.
Poi ricorda con orgoglio lo sconfinato amore dei napoletani: “Per me era una cosa strana, io davo la palla ai miei compagni facevo assist, loro facevano gol, crossavo dietro la davo al mio compagno e faceva gol. Per la gente era diverso, all’84-85simo la gente cantava ‘vulimm’ o gol e Maradò’. La gente voleva il mio gol”. I gol, quelli della stagione ’86-’87, domani saranno proiettati sul palco del San Carlo. Dove, oltre a Diego, saliranno anche Peppe Lanzetta, Maurizio de Giovanni, il magistrato Catello Maresca, il rapper Clementino, Lina Sastri che canterà Napul’è, Gianni Minà, vecchi compagni di squadra, lo storico massaggiatore del Napoli Carmando . Della squadra attuale sono attesi in platea Lorenzo Insigne e Pepe Reina, oltre a De Laurentiis. “Vorrei che questo spettacolo fosse il via per i festeggiamenti dei trent’anni dello scudetto – confessa Siani – sogno una cosa in grande stile, come il Super Bowl. Naturalmente al San Paolo”.