“Ben venga una legge se riguarda tutti i conflitti di interessi“. Parla più da capo azienda che da figlio del Cavaliere, il vicepresidente e a.d. di Mediaset, Pier Silvio Berlusconi. Lo fa a margine della presentazione del palinsesto del Biscione in vista dei Mondiali di calcio in Russia. L’intervento del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, alla Camera non è dispiaciuto al secondogenito del leader di Forza Italia: “Ho sentito, come poche volte, parlare di conflitti d’interesse e non solo di uno, in modo non ideologico”. Un tema caldo non unicamente per Mediaset ma, allargando il campo, anche dal punto di vista della tenuta, almeno a livello locale, dell’alleanza di centrodestra. In bilico, viste le ultime scelte del capo della Lega, Matteo Salvini, ministro dell’Interno e vicepremier dell’esecutivo “ircocervo” (Cav dixit) con il M5S.
Il manager della tv di Cologno Monzese va oltre. A chi gli chiede se è preoccupato dall’attuale governo, replica così: “Non mi preoccupa, ritengo un fatto positivo che l’Italia abbia un governo: è fondamentale. Io faccio il manager e impresa in Italia, la stabilità sarebbe la cosa più giusta. Non ho né un’opinione né un giudizio. Vedremo cosa faranno – sottolinea il figlio del leader azzurro – e poi capiremo”.
L’esecutivo a tinte giallo-verdi con i Cinquestelle in posizione dominante, che non hanno mai risparmiato critiche pesanti a suo padre, non allarma più di tanto Pier Silvio Berlusconi. Teme contraccolpi? “Onestamente no. Al di là delle cose dette in campagna elettorale siamo un’azienda che sta sul mercato da anni, lo abbiamo sempre fatto e lo faremo ancora. Siamo un’azienda in un settore cruciale che merita rispetto non solo per l’importanza, ma perché opera in un settore particolare come editoria e televisione”.
Il secondogenito del Cav, insomma, misura le parole finché può, visto che guida un’azienda quotata in Borsa che, come tutte le altre imprese italiane, giudicherà l’operato di Palazzo Chigi, ma nel contempo non si nasconde dietro un dito: “Non temo nessun tipo di reazione nei nostri confronti, sarebbe fuori dal mondo e non avrebbe nessun senso”. “Sono più preoccupato del Milan che del governo”, è la sintesi di Berlusconi jr.