Semestre record per Mediobanca. Utile netto, operativo e ricavi toccano livelli mai visti a piazzetta Cuccia. Il risultato netto sale del 14% a 476 milioni di euro, contro i 418 milioni di un anno prima, e permette di alzare le prospettive sul dividendo. L’amministratore delegato, Alberto Nagel, prevede ora di remunerare gli azionisti con una quota tra il 40% e il 50% dell’utile, contro una stima precedente sul payout del 40%.
I conti del primo semestre di Mediobanca mostrano “un risultato economico molto robusto”, sottolinea il capo azienda in conference call con i giornalisti, e auspica che le elezioni in Italia portino a un governo che sia capace “di interaprendere nel primo periodo della sua vita una serie di interventi per rendere più strutturale la ripresa che stiamo vivendo e renderla meno ciclica”. Il titolo a Piazza Affari reagisce in mattinata balzando fino a oltre 1,5 punti percentuali per poi stablizzarsi e sfiorare quota 9,80 euro.
L’a.d. parla di “un gruppo che ha una top line che cresce in maniera robusta, frutto di una crescita organica con selezionate acquisizioni, soprattutto nel wealth management, con un costo del rischio in discesa, e quindi una crescita dei risultati operativi”. Per Nagel questo andamento “si può consolidare” anche nel secondo semestre. Mediobanca continua nella strategia di ricognizione sul mercato, alla ricerca di opportunità per acquisizioni di dimensioni medio-piccole.
“Operazioni tattiche di M&A”, le definisce Nagel, che sottolinea che il forte livello di capitale del gruppo, con un Cet1 al 12,9% phased-in e al 12,9% fully phased, permetteranno di remunerare gli azionisti, ma pure di agire, eventualmente, in questa direzione. Nel wealth management, spiega il banchiere, “siamo sempre alla ricerca di crescere nella parte distributiva”, soprattutto nel contesto domestico, mentre si guarda anche “a espandere il consumer, perché in particolare Compass, ha dimostrato una capacità di creare valore piuttosto unica, per la capacità di prezzare i crediti”.
Tornando ai conti, i ricavi nei sei mesi salgono del 9% a 1,17 miliardi, con tutte le componenti in crescita, e il risultato operativo avanza del 23% a 523 milioni, da 425 milioni. Sul lato ricavi, il margine di interesse aumenta del 6%, a 672 milioni, spinto dalla buona performance del credito al consumo (+6%) e dello specialty finance (+40%) e dalla crescita dimensionale, anche attraverso acquisizioni, del wealth management (+8%). Le commissioni nette salgono del 23%, a 291 milioni, per il maggior apporto del Wealth Management (+35% a 122 milioni) e la crescita del Cib (+9% a 117 milioni). Il trading aumenta del 34% a 85 milioni di euro.
Visti i risultati in crescita, Nagel spera che il voto politico del 4 marzo non porti alcuno scossone. “La legge elettorale – dichiara – non gioca a favore della facile formazione di un governo, ma tutti gli operatori come noi mirano a un proseguimento del lavoro fatto fino adesso, di riforme e stimolo all’economia”. In merito al piano al 2019, che prosegue al di sopra delle attese, il numero uno di Mediobanca sottolinea che resta l’obiettivo di vendere il 3% di Generali, proprio per fare cassa in vista di eventuali piccole operazioni di M&A. Piazzetta Cuccia detiene il 13% del Leone di Trieste. “Benissimo – chiarisce Nagel – la crescita dei Benetton in Generali: è un gruppo a cui siamo legati da tanti anni e non può che farci piacere che siano un azionista stabile e crescente nel capitale di Generali”.