La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, arriva a Palermo nel giorno dell’arresto di Matteo Messina Denaro dopo una latitanza durata 30 anni. Insieme al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, la premier ha osservato un minuto di raccoglimento davanti alla stele che ricorda Giovanni Falcone e le vittime della strage di Capaci, poi è andata in Procura per incontrare i magistrati che hanno lavorato alla cattura del boss. È stata accolta dal procuratore Maurizio de Lucia, per poi partecipare a una riunione con la procuratrice generale Lia Sava, il presidente della Corte d’Appello Matteo Frasca e il procuratore aggiunto Paolo Guida.
Parlando con i giornalisti in Procura, Meloni ha detto: “Oggi è un giorno di festa per il nostro Paese, una grande vittoria. Un giorno di festa anche per me. È un giorno di festa per le persone per bene e per le famiglie delle vittime della criminalità organizzata. Il sacrificio di tanti eroi non era vano. Quella guerra è stata portata avanti. Ci sono persone che hanno sacrificato tutta la loro esistenza per raggiunge questi obiettivi”. Ha raccontato di aver detto al procuratore capo “che l’Italia è fiera di loro. Noi sappiamo che questo grande risultato lo dobbiamo a loro, al loro lavoro quotidiano di grande dedizione. Possono contare sui provvedimenti del governo, per portare avanti questa battaglia insieme. Loro sono la faccia dell’Italia migliore, noi siamo il tramite”.
Meloni: “Farò proposta per istituire giorno di festa”
“Mi piace immaginare che questo possa essere il giorno nel quale viene celebrato il lavoro di tanti che si sono dedicati a questa causa, ed è una proposta che farò. Possiamo dire ai nostri figli che la mafia si può battere. Non abbiamo vinto la guerra, non abbiamo sconfitto la mafia ma questa battaglia era una battaglia fondamentale da vincere ed è un colpo durio per la criminalità organizzata”. Così il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, parlando con i giornalisti in procura a Palermo, in seguito all’arresto di Matteo Messina Denaro.