Famiglie e imprese credono nella crescita: a rilevarlo è l’Istat, che ad agosto certifica per entrambe un aumento negli indici del clima di fiducia. Se per i consumatori i 110,8 punti raggiunti, dai 106,9 di luglio, indicano un rafforzamento dei segnali di miglioramento già emersi nei mesi precedenti, per le aziende l’approdo a quota 107 segna addirittura un riallineamento con i valori medi del 2007, quelli cioè dell’ultimo anno prima della crisi. Indicazioni salutate da Piazza Affari con un momentaneo sprint, in una giornata comunque appesantita dall’euro forte, e accolte con favore dal ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, che su Twitter ha parlato di dati “molto positivi” che “incoraggiano a proseguire strada intrapresa e a rendere strutturale la ripresa”.
Guardando alle cifre nel dettaglio, per quanto riguarda i consumatori tutte le componenti appaiono in crescita: il clima economico, quello personale, quello corrente e quello futuro. Più eterogeneo il panorama prospettato dalle imprese: bene l’industria e i servizi, con la prima che vede in ulteriore miglioramento la produzione – l’ultimo dato Istat l’ha vista crescere dell’1,1% mensile a giugno – e i secondi che migliorano le proprie aspettative su ordini e andamento degli affari. Male invece le costruzioni, pessimiste su ordini e occupazione, e il commercio al dettaglio, dove le scorte di magazzino sono date in accumulo e il saldo relativo alle aspettative sulle vendite future appare in calo.
Di “segnale importante che sembra rafforzare i dati sulla ripresa che erano già emersi nei giorni scorsi dal lato della produzione industriale e del Pil” parla l’Ufficio Studi Confcommercio, mettendo comunque in guardia rispetto al fatto che gli úandamenti più recenti non debbono indurre a facili entusiasmi in quanto siamo ancora lontani da quel 2% di crescita che permetterebbe un significativo riassorbimento della disoccupazione ed una riduzione dell’area della povertà assoluta”. Mentre sul fronte delle associazioni si passa dalla soddisfazione dell’Unione Nazionale Consumatori, che definisce i dati “indubbiamente positivi” allo scetticismo di Federconsumatori, per la quale il quadro dipinto dall’stat è “eccessivamente fiducioso e ottimista”.