Ancora tensione e dramma migranti ai confini bielorussi con l’Ue. La Turchia ha fermato la vendita di biglietti aerei diretti a Minsk per i cittadini di Siria, Yemen e Iraq. Una decisione (già accolta da diverse compagnie aeree come Belavia e Iraqi Airways) giunta a seguito di pressioni dell’Ue per fermare l’afflusso di persone dal Medioriente alle porte del blocco, visto che è proprio partendo dalla Bielorussia che dall’estate migliaia di richiedenti asilo sono riusciti a entrare in Polonia, Lituania e Lettonia. La crisi, secondo l’Ue, sarebbe stata scatenata dal leader autoritario Alexander Lukashenko in risposta alle sanzioni imposte da Bruxelles alla Bielorussia. Ma ha assunto una portata ben più ampia: la Russia, già accusata da Varsavia di essere regista della situazione, ha inviato in Bielorussia suoi paracadutisti per esercitazioni congiunte con Minsk al confine con la Polonia, nella regione di Grodno, a ulteriore dimostrazione del sostegno di Vladimir Putin all’alleato.
Ed è stato evocato anche il delicato tasto del gas: il Cremlino ha affermato che le forniture di gas russo all’Europa continueranno, nonostante le minacce della Bielorussia di interromperle in caso di sanzioni europee a seguito della crisi migratoria al confine.Con l’inverno in arrivo, la situazione rischia di assumere presto i contorni di una catastrofe umanitaria: l’Oms avverte che il 60% dei migranti con cui ha parlato al confine tra Bielorussia e Lituania ha bisogno di assistenza medica. “Sono molto preoccupato per le migliaia di persone vulnerabili che sono bloccate nella terra di nessuno ai confini della Bielorussia con Polonia, Lettonia e Lituania, in balia del tempo mentre l’inverno si avvicina rapidamente”, è l’allarme lanciato dal direttore regionale dell’Oms per l’Europa, Hans Kluge.Il tutto mentre si apre un altro fronte, quello ucraino. Il Cremlino ha respinto le accuse secondo cui la concentrazione di truppe russe vicino all’Ucraina abbia un intento aggressivo e ha affermato che la Russia deve garantire la propria sicurezza in risposta alle presunte minacce della Nato. L’Ue reputa la presenza delle truppe russe “molto preoccupante” e i ministri degli Esteri del blocco ne discuteranno lunedì.