Niente ‘tutto e subito’ ma idee chiare, concordate con il premier Giuseppe Conte a Palazzo Chigi in mattinata. Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, sbarca a Innsbruck, in Austria, per la riunione informale con i colleghi degli altri Paesi Ue e inaugura una serie di incontri con il suo omologo tedesco Horst Seehofer. Se non è l’interlocutore ideale, poco ci manca, visto che con la sua linea netta sull’immigrazione il leader della Csu ha dato più di uno scossone al governo di Angela Merkel.
“Incontro positivo con il ministro tedesco. Obiettivo comune: meno sbarchi, meno morti e più controlli alle frontiere”, sintetizza Salvini. Un altro faccia faccia ci sarà “entro luglio a Milano per parlare di numeri, di uomini, di tempi e di mezzi. Prima di accettare in Italia un solo immigrato – sottolinea il titolare del Viminale – vogliamo che l’Europa, e su questo l’asse italo-tedesco si farà sentire, protegga le frontiere. Finalmente, usi uomini e mezzi per proteggere le frontiere esterne. Quando questo sarà realtà, discuteremo tutto il resto”. I movimenti secondari dei migranti, sbarcati in Italia e poi partiti per gli altri Stati dell’Ue.
Ecco il punto più spinoso, visto che i tedeschi vorrebbero rimandare i migranti nel Paese di primo arrivo. “Prima di ricollocare qualcuno in Italia, voglio dislocare qualcuno dall’Italia. A me interessa il saldo positivo: avere un immigrato in meno da mantenere”, chiarisce il leader della Lega. In ogni caso, c’è da allargare i cordoni della borsa. “La Germania appoggia la nostra richiesta di ottenere dall’Europa maggiori fondi per gestire i confini esterni. Ovviamente, i soldi non li vogliamo per noi ma per gestire i confini esterni, per l’Africa”, è il mantra salviniano. E ancora: “I Paesi africani non accettano rimpatri ed espulsioni e ogni nuovo accordo dovrà prevedere che questi Paesi accettino l’espulsione dei propri cittadini clandestini”. Poi un chiodo fisso è rendere la Libia “un porto sicuro”, visto l’impegno italiano in queste prime settimane al governo in termini di uomini e mezzi. E non mancano le richieste del Viminale: “La modifica di Dublino è lunga” ma “noi già settimana prossima inizieremo a chiedere il cambio della missione europea Sophiache ha portato 45mila immigrati in Italia. Se invece che arrivare 45mila in Italia, fossero suddivisi tra tutti i Paesi dell’Unione, avremmo numeri e problemi diversi”.
Per Salvini, al di là di tutto, conta “vedere i fatti” ma non è di poco conto il ritorno dell’Italia “centrale” in Ue. Dove ci sono anche “amici e non colleghi” come il ministro austriaco, Herbert Kickl, che rappresenta l’ultradestra della Fpoe. E, infatti, la proposta di Vienna di fare centri per i rimpatri fuori dall’Europa è ritenuta “interessante” dal titolare del Viminale, secondo cui “non serve a nessuno blindare il confine con il Brennero”. Insomma, parole che arrivano alla vigilia del trilaterale Italia-Austria-Germania e dei faccia a faccia di Salvini con l’omologo francese Gerard Collomb (“Sono curioso di incontrarlo”) e la consigliera federale elvetica, Simonetta Sommaruga (“Con la Svizzera ci sono ottimi rapporti e grande collaborazione, anche sul fronte dell’antiterrorismo”). Passa da Innsbruck un bella fetta di credibilità del neonato governo gialloverde.