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Migranti, summit a Bruxelles. M5S attacca: “Basta ipocrisia in Ue, è il momento di agire”

Foto AP-LaPresse - Tutti i diritti riservati

Vertice informale sull’immigrazione a Bruxelles in vista del Consiglio Ue di fine giugno. All’incontro indetto da Juncker hanno aderito almeno 16 Paesi: inizialmente si era parlato di un summit a otto, con la partecipazione di Italia, Francia, Spagna, Germania, Grecia, Austria, Bulgaria e Malta. Da allora altri otto leader hanno manifestato la volontà di partecipare (Belgio, Olanda, Lussemburgo, Danimarca, Svezia, Finlandia, Slovenia e Croazia). L’invito è aperto a tutti ma i Paesi del Gruppo Visegrad – cioè Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia – hanno escluso di partecipare, definendo “inaccettabili” le proposte che si prevede di discutere in quella sede.

CENTRI DI SBARCO EUROPEO – Al summit Francia e Spagna proporranno l’attuazione di “centri chiusi di sbarco sul territorio europeo“. “Una volta sbarcati sul territorio europeo – ha spiegato Macron – noi siamo favorevoli ad attivare dei centri chiusi con mezzi europei che permettano una solidarietà finanziaria immediata, una creazione rapida dei dossier, una solidarietà europea  e non una gestione caso per caso, in modo che ogni paese accolga in modo organizzato le persone che hanno diritti di asilo”. Secondo il presidente francese, in questi centri chiusi si potrà esaminare con rapidità la situazione in cui versano i migranti e capire “chi ha diritto all’asilo” e chi, invece, va rispedito al Paese di provenienza.

Al momento non esistono praticamente dei centri chiusi dove istituire le pratiche dei migranti in arrivo in Europa, ad eccezione di alcuni rari casi in Grecia e in Italia gestiti dall’Ufficio dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr). La proposta franco-spagnola prevede un’azione su vasta scala con dei centri chiusi “nei Paesi più vicini di sbarco”, dove i migranti dovrebbero restare fino a quando il loro caso non verrà studiato.

Per i migranti che non hanno diritto all’asilo, Macron ha sottolineato la necessità di avere “solidarietà europea ed efficienza per accompagnare” queste persone “nel loro Paese di origine” e “in nessun caso verso dei paesi di transito”. “È una soluzione cooperativa e rispettosa della legge – ha aggiunto –  dobbiamo rispettare i nostri principi e non lasciarsi scuotere dagli estremi”, ha aggiunto alla vigilia del mini-vertice europeo sulla questione.

SANZIONI A CHI NON RISPETTA LE QUOTE – Macron si è detto anche favorevole a sanzioni finanziarie contro i Paesi dell’Unione europea che si rifiutano di accogliere i migranti. E ha spiegato che “non si possono avere Paesi che beneficiano ampiamente della solidarietà dell’Unione europea e che rivendicano ampiamente il loro egoismo nazionale quando si tratta di migranti”. “Sono favorevole al fatto che vi siano sanzioni in caso di mancata solidarietà, che le condizioni in materia siano finanziate da aiuti strutturali”, ha affermato ribadendo di essere “molto favorevole ad avere meccanismi che tengano conto di questo, è un dibattito che arriverà a tempo debito”.

Sul soccorso in mare i due premier fanno sapere: “Chiediamo di non gestire caso per caso, proporremo uno schema chiaro: che lo sbarco di migranti rispetti le regole e i principi umanitari di soccorso e che avvenga nel porto sicuro più vicino”.

I DUBBI DI MERKEL – Berlino intanto ha cercato di sminuire l’importanza del summit domenicale, sottolineando che si tratta soltanto di “un incontro di lavoro“. Secondo la cancelliera tedesca Angela Merkel non ci sarà una dichiarazione finale, un dietrofront rispetto alla “bozza di dichiarazione” di cui si era parlato nei giorni scorsi. “Domenica sarà un primo scambio fra Stati membri interessati e colpiti, niente di più e niente di meno”.

M5S: BASTA IPOCRISIA, E’ IL MOMENTO DI AGIRE – In attesa del vertice, il M5S attacca duramente gli atteggiamenti ipocriti dei Paesi europei sul tema, invitando l’Ue ad agire anche per la sua stessa sopravvivenza. “Emergenza umanitaria, solidarietà, rispetto dei diritti. Quante belle parole, ma quanta ipocrisia si sta spargendo intorno al tema dei migranti. La domanda vera però è a chi giova questo atteggiamento? Fin dal suo insediamento il Governo del Cambiamento ha posto il tema dell’immigrazione sui tavoli internazionali del G7, negli incontri bilaterali con Macron e Merkel e lo farà ancora al Consiglio europeo di fine mese. I fallimenti del passato sono sotto gli occhi di tutti, è il momento di agire”.

“È il momento di richiamare al rispetto delle regole i nostri partner europei e tutti i soggetti impegnati nella gestione e nell’accoglienza della moltitudine di disperati che si riversa in mare in cerca di un futuro in Europa. Regole e principi nobilissimi che tutti hanno approvato e sottoscritto, ma che pochi, quasi nessuno, rispetta davvero. Anzi, richiamarsi a nobili ideali è diventato un modo per lanciare accuse ipocrite, o peggio ancora insulti”, prosegue il post del Blog 5 stelle.
“In Italia soltanto tra il 2015 e il 2017 è entrato quasi mezzo milione di migranti (454.674, dati Fondazione Migrantes). Molti arrivano facendo richiesta di protezione, reclamando lo status di rifugiato, ma su un campione di 80mila domande esaminate, ben il 60% viene respinto”, continua.

“In base agli impegni assunti dall’Unione Europea fin dal 2015 circa 35mila richiedenti protezione presenti in Italia dovevano essere ridistribuiti in altri paesi. Chiacchiere! Secondo il Ministero dell’Interno al 18 giugno di quest’anno soltanto 640 persone sono state ricollocate in Francia, 235 in Spagna. Meglio va in Germania, dove ne hanno accolto 5.438, ma – secondo gli stessi accordi – dovevano farsi carico di oltre 10mila richieste.
Sappiamo benissimo che intanto la creazione dei centri Sprar e Cas è diventato un business, oggi in Italia ci sono circa 180mila persone in attesa di riconoscimento del loro status. Così come è un business vergognoso il traffico di esseri umani, alimentato da oscure organizzazioni di cui sappiamo ancora poco”, prosegue il post.

“Alla continua produzione di regolamenti e accordi internazionali non corrisponde la reale volontà di attuarli, perché affrontare questi problemi ha un costo non solo economico, ma anche in termini di consenso per i governi che se ne fanno carico. La vicenda dell’Aquarius è solo l’ultimo evidente esempio di questo cinico modo di fare. A parole son tutti bravi a reclamare il rispetto dei diritti umani, ma quando si viene al dunque la storia la conosciamo bene. Aprire o chiudere i porti è un finto problema. La questione vera è quale legge vige nel Mediterraneo, chi la fa rispettare e come? Ma soprattutto quali valori ispirano questa legge?”, si legge nel post.

“È il momento per l’Europa di ritrovarsi intorno ai principi che tutti predicano, ma che pochi praticano sinceramente. Non è in gioco soltanto la gestione del fenomeno epocale delle migrazioni. È in gioco il futuro dell’Europa come comunità politica e dei suoi valori“.

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