La procura di Torino ha aperto un fascicolo e disposto degli accertamenti sul caso di Beauty, la 31enne di origine nigeriana, incinta e malata di una grave forma di linfoma, che è morta all’ospedale Sant’Anna il 15 marzo, dopo essere stata respinta una settimana prima alla frontiera di Bardonecchia dalle autorità francesi.
Grazie a un parto cesareo d’urgenza, la donna è riuscita a dare alla luce Isreael, nato di appena 29 settimane. Il bambino pesava appena 700 grammi, ora diventati 960, e la sua vita era appesa a un filo. Ce la farà, ma dovrà restare per parecchie settimane ricoverato nel reparto di Neonatologia, seguito dal professor Enrico Bertino e dal suo staff.
A prendersi cura di lui, ci sarà solo il padre, Destiny, disperato per la morte della moglie. “Ora voglio pensare a mio figlio – dice -. Voglio che abbia una vita migliore. Che non finisca a chiedere l’elemosina”. Lui e Beauty abitavano a Napoli. Quando la donna ha realizzato di essere malata di leucemia, ha cercato di raggiungere la sorella in Francia per essere aiutata nelle ultime fasi della gravidanza, ma la gendarmeria francese ha impedito a lei, che aveva i documenti in regola, e al marito, che invece non aveva il permesso di soggiorno, di passare la frontiera. “Voglio restare in Italia e farò di tutto perché non mi portino via mio figlio – racconta desso il marito – . Gli parlerò di sua madre. Voglio che sappia che lei aveva i documenti in regola, che poteva andare in Francia ma ha scelto di essere riportata in Italia per restare con me, che ero irregolare”.
La coppia è stata poi soccorsa alla stazione di Bardonecchia dai medici dell’associazione Rainbow4Africa, che hanno portato la donna all’ospedale di Rivoli, nella bassa Val di Susa. Di qui, dopo una settimana, il trasferimento al Sant’Anna, dove Beauty è morta il 15 marzo dopo un cesareo di emergenza.