L’idea era quella di creare una soluzione condivisa al caos senza fine dei salvataggi in mare. Ma il codice di condotta per le ong stilato dal Viminale rischia nel pieno dell’estate di diventare, ora dopo ora, terreno di scontro tra le organizzazioni contrarie al testo e l’Europa. Il motivo? La Commissione da Bruxelles, per bocca del portavoce per Migrazione e Affari interni Natasha Bertaud, ha messo in chiaro che di fatto chi non firmerà il documento non si vedrà riconoscere la garanzia di attraccare nei porti italiani.
“Siamo in stretto dialogo con le autorità italiane, le abbiamo supportate durante il processo di elaborazione del codice di condotta e continuiamo a farlo. L’idea di avere un codice di condotta era stata unanimemente sostenuta da tutti i ministri dell’Interno al consiglio Ue – ha spiegato in conferenza stampa – Per questo salutiamo con favore il fatto che alcune organizzazioni abbiano firmato il codice di condotta, che ora beneficeranno di queste garanzie da parte delle autorità italiane. Chiaramente le conseguenze sono che le ong che non firmano non potranno beneficiare di queste garanzie da parte delle autorità italiane. Ma la legge internazionale continua ad essere valida in tutte le circostanze”.
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In mattinata altrettanto netto era stato il direttore generale di Medici senza Frontiere Gabriele Eminente: “Non abbiamo accettato il codice perché non tutela il nostro lavoro e poi c’è già la legge internazionale che regolamenta il tutto. Noi continueremo comunque a lavorare nel Mediterraneo, ma al momento non ho capito cosa comporterà questa mancata firma”. Come era prevedibile il ‘codice della discordia’ ha trovato terreno fertile nel mondo della politica italiana, in primis nel M5S.
M5S RILANCIA PROPOSTA. “Dopo più di un mese il governo ha goffamente tentato di far proprie le nostre proposte, varando un codice che a loro dire limiterebbe l’operato delle Ong nel Mediterraneo – attacca Luigi Di Maio sul blog di Grillo – Peccato solo che, durante la riunione al Viminale, ben 2 Ong su 3 si siano rifiutate di firmare il protocollo, e questo francamente dispiace. C’è la proposta del MoVimento 5 Stelle a prima firma Bonafede che prevede bordo delle Ong la presenza di unità con compiti di polizia giudiziaria in modo da poter combattere concretamente l’operato dei trafficanti libici”.
Duro anche il centrodestra con Renato Brunetta di Forza Italia, che attacca: “Spudorate le Ong che non accettano di firmare le regole del gioco, il codice di condotta. Anche perché non si tratta di un codice italiano, ma di un codice che l’Italia ha fatto su richiesta dell’Europa. Parliamo dunque di una regola europea. Chiederemo al ministro Minniti di non accettare l’intervento delle navi delle Ong che non sottoscrivono il codice di condotta”.