“Nessuno è contrario ai militari, io per primo. Vanno benissimo così come sono stati impiegati nei cinque anni precedenti, con presidi fissi nei punti sensibili, come i consolati, il Duomo e alcune stazioni della metropolitana”. Intervistato dal LaPresse all’indomani delle dichiarazioni del sindaco Giuseppe Sala, che ha annunciato la richiesta di più militari per Milano, il delegato alle Periferie, Mirko Mazzali, chiarisce che “le periferie non sono punti sensibili”, puntualizzando che per queste sarà presentato in dicembre un piano di ampio respiro, che comprenderà sia una parte di “hardware”, relativa cioè all’aspetto infrastrutturale, che una parte di “software”, con investimenti mirati a favorire la coesione sociale.
“Il budget verrà reso noto a dicembre, ma stiamo parlando di centinaia di milioni di euro, non di decine”, anticipa Mazzali, spiegando che le risorse serviranno “ad abbattere lo sfitto, a fare opere di manutenzione individuale e interventi diffusi di tipo micro”, ma anche che “non basta avere quartieri con le case dipinte bene”.
“Il tema della sicurezza è importante, ma riteniamo che non possa essere risolto semplicemente con l’esercito“, prosegue ancora Mazzali, sottolineando che, d’altra parte, “il Comune non dispone dell’esercito o delle forze dell’ordine, ma della polizia locale”. Proprio in considerazione del fatto che la legge di stabilità rende difficili le assunzioni dei vigili, la richiesta di militari serve quindi a liberare risorse addestrate per il presidio del territorio. “C’è un piano di riorganizzazione dei vigili di quartiere annunciato dall’assessore alla Sicurezza”, ricorda in questo senso il delegato del sindaco, precisando comunque che “non tutte le periferie, in astratto, sono problematiche”. Per questo, conclude Mazzali, “fare un discorso complessivo sulle periferie è sbagliato”.