Ah, i bei tempi di Pablito e di Schillaci. Ogni Mondiale è legato a un bomber assoluto che ha saputo lasciare il segno: anche se pochi sanno che per trovare un cannoniere che davvero ha fatto la differenza in una fase finale della Coppa del Mondo bisogna risalire nientemeno che al 1958 e al francese Just Fontaine che segnò la bellezza di 13 gol in un unico torneo: si giocava in Svezia, l’Italia non c’era, e fu il primo Mondiale vinto dal Brasile del mitico Pelé.
Fontaine segno quattro gol alla Germania nei quarti ma in semifinale la sua Francia perse 5-2 dal Brasile che poi vinse anche contro la Svezia padrona di casa (quella di Liedholm, Gren e Skoglund, mica noccioline) e si dovette accontentare dal terzo posto. Nessun altro cannoniere gli si avvicinò mai: giusto due tedeschi che portano lo stesso cognome e un nome ovviamente diverso. Gerd Muller tra il 1970 e il 1974 e Thomas Muller, in Sudafrica.
Quanto ai bomber italiani in Coppa del Mondo bisogna tornare per l’appunto a Schillaci nel 1990 quando fummo relegati alla finalina per il terzo posto dall’Argentina di Maradona che poi perse in finale dalla Germania. Quest’anno l’Italia si presenta con attaccanti importanti, che hanno vissuto una stagione significativa come Immobile o che cercano un rilancio, come Balotelli. Molto dipenderà dalle condizioni con le quali si presenteranno anche se in un torneo dove determinazione e fase psicologica contano particolarmente SuperMario sembra avere qualche chance in più: a patto che tenga la testa e le mani a posto e che non si lasci trascinare dai nervi in un torneo dove caldo e umidità spesso toglieranno lucidità e serenità.
Favoriti d’obbligo per la classifica cannonieri i soliti Messi e Neymar.
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