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MotoGp, “Le Iene” provano a far luce sul caso Iannone

Foto AP-LaPresse - Tutti i diritti riservati

‘Le Iene’ hanno deciso di occuparsi della squalifica per presunto doping del campione di Moto Gp Andrea Iannone, provando a far luce sulla vicenda attraverso alcune testimonianze esclusive raccolte da Alessandro De Giuseppe. Tra le voci raccolte, oltre a quelle del diretto interessato, del suo legale e di due esperti di fama mondiale, le Iene hanno interpellato anche il Presidente della Federazione Internazionale Motociclistica (FIM), Jorge Viegas, da cui è stato riconosciuto che nel caso di Iannone si è trattato non di doping, bensì di una contaminazione alimentare.

Le tappe del caso Iannone

Il 17 dicembre 2019 proprio la Federazione Internazionale Motociclistica sospende momentaneamente dalle corse il centauro di Vasto perché risultato positivo ad un controllo antidoping. In un campione delle sue urine sono state trovate tracce di steroidi anabolizzanti, che sarebbero risalenti al Gran Premio motociclistico della Malesia del 3 novembre, del medesimo anno. Si tratta per l’esattezza di un nanogrammo di drostanolone.

Andrea Iannone nella sede di LaPresse a Milano

Nel gennaio 2020 i risultati delle controanalisi confemrano la presenza della sostanza proibita mentre nell’aprile dello stesso anno la Federmoto condanna Iannone a 18 mesi di stop, fino al 21 giugno 2021, riconoscendo però che si è trattato di una contaminazione alimentare e non di doping perché le tracce di drostanolone sono troppo esigue per trattarsi di doping. Una valutazione che conferma quanto sosentunto dalla difesa e cioè che la sostanza si finita nell’organismo di Iannone attraverso la carne mangiata in un ristorante lì in Asia. L’ultimo passaggio formale di questa complicata vicenda avviene il 10 novembre del 2020 quando il motociclista viene squalificato per quattro anni dal TAS di Losanna e tutti i suoi risultati ottenuti dal 1º novembre 2019 vengono considerati non validi.

Cos’è il drostanolone 

Il drostanolone è proibito dalla Wada, l’Agenzia mondiale antidoping, poiché considerato uno steroide anabolizzante. Nello specifico, viene utilizzato come sostanza dopante per favorire l’aumento della forza pur senza che a questo corrisponda un eccessivo aumento della massa corporea. In medicina è invece utilizzato sia per abbassare i livelli del colesterolo che come agente antineoplastico nel trattamento di alcuni tipi di tumore: tra questi alcune tipologie di cancro al seno considerati inoperabile.

Le parole degli esperti 

Come ricostruisce la trasmissione di Italia Uno, a sostegno della tesi di Iannone e dei suoi avvocati ci sono prove scientifiche e pareri di molti esperti: tutte propendono per l’intossicazione alimentare. “Andrea Iannone ha pagato le conseguenze di una situazione politica molto discutibile”, ha detto ad Alessandro De Giuseppe Pascal Kintz, uno dei massimi luminari mondiali di tossicologia e paladino dell’antidoping, . “Io proporrei di ridurre la pena”, ha dichiarato lo stesso presidente della FIM, Jorge Viegas.

La quantità così piccola di sostanza trovata nelle urine di Iannone starebbe a indicare proprio come non si sia trattato di doping ma di intossicazione alimentare. Questo perché il drostanolone, secondo Kintz, “bisogna prenderlo regolarmente se si vogliono avere dei risultati”. Un singolo nanomilligrammo, invece, testimonierebbe una sola assunzione, inutile a livello agonistico. Più probabilmente, invece, la sostanza sarebbe entrata nel corpo di Andrea non volontariamente per doparsi ma attraverso un’intossicazione alimentare. Inoltre, l’esame del capello effettuato dagli esperti e risultato totalmente negativo dimostrerebbe che Iannone non ha svolto alcuna assunzione di sostanze dopanti nei mesi precedenti. Per la Wada però questo è un dettaglio irrilevante perché non escluderebbe che il pilota avrebbe fatto uso una sola volta della sostanza, forse con l’obiettivo di curarsi da un infortunio avvenuto durante le prove a San Marino.

“La Wada ha davvero fatto forti pressioni per chiedere il massimo della pena a Iannone”, è l’opinione di Kintz. La vicenda infatti sarebbe arrivata davanti al Tas qualche giorno dopo che la Wada aveva perso due cause proprio per problemi di contaminazione e un’altra sconfitta sarebbe stata forse un bel problema. Le Iene hanno provato a confrontarsi con la Wada e con il presidente del Tribunale dello sport che ha deciso per la squalifica, che si è negato. La stessa Wada non ha risposto.

 

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