Bruxelles, 29 Nov. (LaPresse) – “Celebrare il Natale e usare nomi e simboli cristiani fa parte del ricco patrimonio europeo. Non stiamo vietando né scoraggiando l’uso della parola Natale. Ovviamente no. Celebrare il Natale e usare nomi e simboli cristiani fa parte del ricco patrimonio europeo”. Così il portavoce della Commissione Ue Christian Wigand ha commentato le polemiche sul documento interno della Commissione europea sul linguaggio inclusivo. “Circa il 44% degli europei è affiliato alla fede cattolica, e circa il 10% ciascuno a confessioni ortodosse e protestanti; circa il 26% non è affiliato ad alcuna religione (agnostico o ateo), circa il 2% è musulmano, lo 0,6% buddista e circa un milione di ebrei – continua Wigand -. Le diverse religioni sono parte integrante dell’Europa e così anche le persone non affiliate ad alcuna religione. In quanto Commissione, pur essendo neutrali sulle questioni religiose, abbiamo un dialogo costante con tutte le religioni e le organizzazioni non confessionali”. “Quando si tratta del documento a cui si fa riferimento – spiega il portavoce – si tratta di un documento interno preparato a livello tecnico e che mira a sensibilizzare sull’essere inclusivi nella comunicazione. Come molte altre organizzazioni, prepariamo regolarmente guide di stile interne su diverse aree. Tali linee guida sono raccomandazioni al personale per il proprio lavoro quotidiano”. “Quando si producono prodotti di comunicazione, è importante dare spazio alla diversità e alla ricchezza delle culture europee. Questo è l’obiettivo generale. Naturalmente, possiamo sempre discutere sugli esempi forniti. Potrebbero essercene di migliori. Ma l’obiettivo generale è la questione dell’importanza”, ha concluso.
Natale: Ue, è patrimonio, non vietiamo parola ma spazio a diversità
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