“Accelerano le attività di decommissioning che registrano costi di avanzamento per circa 120 milioni di euro”. Questo uno dei punti del bilancio del 2021 di Sogin, in base ai risultati di avanzamento dei lavori di smantellamento del vecchio nucleare previsti al 31 dicembre.
I dati – pubblicati sul sito ‘sogin.it – sono stati illustrati dall’amministratore delegato Emanuele Fontani nel corso del consiglio d’amministrazione. Per Sogin – viene spiegato – si tratta del “miglior risultato da quando la società è stata costituita”.
“Nel 2021 l’adozione di un nuovo modello di rendicontazione dei costi, che prevede l’introduzione del loro riconoscimento a fronte di un effettivo avanzamento fisico delle attività e non solo di un impegno di spesa – viene osservato – ha semplificato anche le voci dei costi gestionali che passano da 5 a 3 (costi di struttura, costi di avanzamento e costi ad utilità pluriennale)”. Si registra – prosegue Sogin – “nonostante le difficoltà collegate alla pandemia, un costo di avanzamento del decommissioning per circa 120 milioni di euro (comprensivi di almeno 85 milioni conteggiati con il precedente sistema regolatorio)”.
Questi risultati – dice la società di Stato incaricata dello smantellamento del vecchio nucleare italiano – confermano “le previsioni del Piano industriale 2020-2025 e l’impegno nell’accelerare le attività di decommissioning, ottimizzare i costi e mantenere in sicurezza gli impianti, nel rispetto dei territori, dei lavoratori e dell’ambiente, grazie ad una pianificazione dei controlli efficiente e rigorosa”.
La mappa delle principali attività del 2021: nella centrale di Latina è entrato in esercizio l’impianto Leco per estrarre e condizionare i fanghi radioattivi; nella centrale di Trino è stata completata la rimozione dalla piscina dei purificatori dei componenti “attivati”; nella centrale di Caorso sono terminate la ricostruzione del deposito temporaneo Ersba2 e la realizzazione della waste route, mentre è prevista per l’inizio del 2022 la conclusione delle spedizioni delle resine; nella centrale del Garigliano è terminata la realizzazione del nuovo radwaste e la bonifica dell’ultima delle tre trincee”.
Per quanto riguarda gli impianti nucleari, “le principali attività hanno riguardato: nell’impianto Ipu di Casaccia la conclusione dello smantellamento delle apparecchiature di ricerca e fabbricazione di elementi di combustibile ad ossidi misti uranio-plutonio, che erano contenute all’interno di scatole a guanti; nel sito di Bosco Marengo sono state portate a termine tutte le attività di decommissioning previste dalla Fase1; nel sito Eurex di Saluggia, dopo aver aggiudicato la gara alla fine del 2020, sono stati riavviati i lavori di realizzazione del Complesso Cemex che permetterà di solidificare i rifiuti radioattivi liquidi presenti; nel sito Itrec di Rotondella stanno terminando le opere civili del deposito temporaneo annesso all’Impianto Cementazione Prodotto Finito, per il quale è stata lanciata la gara che sarà assegnata nei primi mesi del 2022”.
Nel corso dell’anno – continua Sogin – “sono state avviate, con il supporto operativo della controllata Nucleco, le attività di bonifica previste dall’accordo con il commissario Unico per la bonifica delle discariche. Sono iniziate anche le attività di ricerca indicate nell’accordo con l’Ispettorato repressione frodi del ministero delle Politiche agricole per sviluppare soluzioni innovative che garantiscano la tracciabilità dei prodotti agricoli e agroalimentari in base alla presenza di isotopi naturali al loro interno”.
Inoltre, è stato rinnovato il protocollo d’intesa con il Comando tutela ambientale e transizione ecologica dell’Arma dei Carabinieri, che amplia la collaborazione ormai decennale.