Donald Trump, eletto come 45esimo presidente degli Stati Uniti d’America, ha incontrato il presidente uscente Barack Obama alla Casa Bianca. La riunione fra i due è cominciata alle 11 ora locale (le 17 in Italia), e rappresenta l’inizio del passaggio di poteri fra Obama e Trump, che culminerà nell’avvicendamento del 20 gennaio. Il magnate è uscito dalla sua Trump Tower a Manhattan, al centro di New York, intorno alle 9 ora locale (le 15 in Italia), poi è atterrato a Washington a bordo del suo aereo privato ed è arrivato alla Casa Bianca passando per il South Lawn, dove non possono arrivare le telecamere tv.
Trump si è detto “impaziente” di lavorare con il presidente Obama. Parlando dopo l’incontro, Trump ha definito l’attuale presidente Usa un “uomo molto buono” al quale non esiterà a rivolgersi durante la sua presidenza. “Per me è estremamente importante avere potuto spiegare al presidente alcune difficoltà e alcuni problemi che io vedo in questo Paese”, ha spiegato il repubblicano.
“Con il presidente eletto Trump abbiamo avuto una conversazione eccellente“, ha dichiarato a sua volta Obama dopo l’incontro. Tuttavia, fa sapere il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest, i due non non hanno superato le loro differenze.
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Trump ha incontrato anche il presidente della Camera Paul Ryan. Dopo l’insediamento alla presidenza Usa, ha fatto sapere Trump dopo il colloquio, si lavorerà rapidamente su questioni come l’assistenza sanitaria e l’immigrazione. “Faremo cose assolutamente spettacolari per il popolo americano”, ha aggiunto il repubblicano.
Alla Casa Bianca si terrà inoltre un incontro fra il vice presidente Usa Joe Biden e il suo successore, il repubblicano Mike Pence. Tutti gli incontri si svolgono a porte chiuse. Sempre oggi alla Casa Bianca si incontreranno, non davanti alla stampa, la first lady Michelle Obama e Melania Trump.
Trump intanto avrebbero cominciato a stilare la lista con i nomi della nuova amministrazione. Secondo una fonte vicina alla campagna, le scelte ricadrebbero su figure repubblicane che hanno sostenuto con entusiasmo la candidatura del magnate. Tra questi figura l’ex sindaco di New York Rudolph Giuliani, come ministro della Giustizia, il capo del Comitato nazionale repubblicano (Rnc) Reince Priebus, come capo di stato maggiore.
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NOT MY PRESIDENT. Da New York a San Francisco, passando per Seattle e Chicago decine di migliaia di persone sono scese in piazza con la scritta “Not my president”. Proteste anche sotto la Trump Tower. Alcuni hanno anche bruciato maschere ed effigi che rappresentavano il volto del nuovo presidente. Secondo i media locali, almeno 30 persone sono state arrestate a Manhattan.