All’improvviso è calato il silenzio e in aula sono rimbombati i singhiozzi della madre di Roberta Siragusa, la ragazza diciottenne uccisa, bruciata e gettata in un dirupo lo scorso gennaio a Caccamo un paese della provincia di Palermo. Nell’ultima parte dell’incidente probatorio il procuratore capo di Termini Imerese Ambrogio Cartosio e il sostituto Giacomo Barbara hanno chiesto al gip Angela Lo Piparo di visionare l’ultima parte di un filmato di dieci minuti in cui si vedono gli ultimi minuti di vita della giovane. Ed è stato davanti a quelle terribili immagini che l’aula si è ammutolita.
Immagini in cui vede chiaramente un giovane scendere dall’auto, trascinare fuori anche la ragazza, cospargerla di liquido e darle fuoco. Per poi allontanarsi in auto di una decina di metri e rimanere a guardare la vittima bruciare. Per la procura di Termini Imerese non ci sono dubbi: quel giovane è Pietro Morreale, il fidanzato di Roberta, in custodia cautelare in carcere da gennaio con l’accusa di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere. Per gli inquirenti l’auto nel filmato è la Fiat Punto nella disponibilità del ragazzo, che per altro nelle sue dichiarazioni ai carabinieri di Termini Imerese avrebbe confermato di essere stato in auto con Roberta quella notte ma che la giovane dopo un litigio sarebbe uscita dall’auto, si sarebbe cosparsa di benzina e si sarebbe data fuoco.
Una tesi quella del fidanzato che il video in aula certifica come “un tentativo grossolano di dare una versione diversa anche quando le evidenze dicono il contrario” dicono gli inquirenti. “Sono state immagini forti, mostrate alla presenza dei genitori e del fratello di Roberta, sempre presenti in aula – dicono gli avvocati di parte civile Sergio Burgio e Giuseppe Canzone che assistono i familiari – Si è trattato di un video che dimostra in modo inconfutabile che Roberta è stata uccisa al campo sportivo, caricata in auto e gettata sul dirupo vicino il monte San Calogero. Ormai il gravissimo quadro indiziario a carico di Pietro Morreale si è trasformato in un quadro probatorio gravissimo, che a nostro giudizio, non consente di potere formulare ipotesi investigative diverse. Per noi difensori di parte civile, è ormai più che evidente la responsabilità di Pietro Morreale”.
Nell’incidente probatorio il medico legale ha poi illustrato al gip le cause della morte. “La morte di Roberta Siragusa è stata determinata dal gravissimo stato di shock causato dalle estese e gravissime ustioni del capo e soprattutto del tronco e degli arti superiori…Le modalità dell’accadimento permettono di ritenere che la morte sia arrivata dopo una fase di agonia di circa 5 minuti” hanno detto gli avvocati Sergio Burgio e Giuseppe Canzone, citando alcuni passi della relazione del medico legale.