Il Partito democratico punta sulla piazza. Quella del 29 settembre prossimo, quando a Roma i dem chiameranno il proprio popolo per la manifestazione dal titolo ‘Con l’Italia che non ha paura’, contro le politiche del governo e ministro Salvini sui flussi migratori. Sarà l’occasione per ‘contarsi’ al Nazareno, per capire su quali truppe potranno contare in vista degli appuntamenti più importanti dei prossimi mesi: il Congresso e le elezioni europee.
Due eventi che potrebbero certificare una ‘ripresa’ del Pd o sancirne praticamente la fine. Ecco perché il segretario Maurizio Martina tiene moltissimo alla manifestazione del 29 e al Forum tematico del 27 ottobre a Milano, tanto da dedicarci un’apposita riunione della segreteria nazionale “tutta organizzativa”, come rivelato dalla responsabile comunicazione, Marianna Madia. Tra le ipotesi vagliate c’è stata anche quella di uno spostamento dell’evento, vista la concomitanza con il derby tra Roma e Lazio, in programma proprio per quel giorno.
Nella Capitale è la partita più sentita e calda di tutto l’anno, dunque le misure di sicurezza vengono solitamente raddoppiate o triplicate in tutte le zone del centro città, ragion per cui solo l’orario verrà modificato (dalle 14 alle 16) per non interferire col fischio d’inizio del match (fissato dalla Lega alle 15). Dunque, anche Piazza del Popolo sarà blindata, e quella sarebbe la sede preferita dai democrat, anche se per ora non la decisione definitiva sulla location non è stata presa. Altre date disponibili, comunque, non ci sono sono, considerando che la settimana successiva è in programma la marcia Perugia-Assisi e in quelle dopo ancora sono state già fissate iniziative di altri esponenti del partito (Zingaretti e Renzi con la Leopolda su tutti). Eventi praticamente impossibili da spostare, anche perché daranno ufficiosamente il via alla fase di dibattito congressuale.
La scelta del prossimo segretario continua ad essere un nodo cruciale nella vita del Pd, nonostante il gruppo dirigente si presenterà all’appuntamento con la ‘tradizionale’ divisione interna. Da un lato ci sono Zingaretti (e Franceschini) che scalpitano per chiudere l’era ‘renziana’ dei democratici, dall’altro l’ex premier che sta cercando un candidato forte da contrapporre al governatore del Lazio. In cima ai pensieri di Renzi c’è sempre Graziano Delrio, ma l’attuale capogruppo alla Camera non sembra ancora intenzionato ad accettare l’offerta. In attesa sempre di sapere se in campo per le primarie scenderà anche Martina.
Per ora l’ex ministro non scioglie la riserva ma si limita a sottolineare che il Partito democratico “è l’unico aperto e partecipato”, dunque contendibile. E ‘benedice’ anche la rosa ampia da presentare agli elettori, “come è bello e giusto che sia”. Ma ricorda che prima “si deve fare un lavoro serio di rilancio e ricostruzione nel Paese”. Il 29 settembre sarà una data spartiacque in questo senso: dalla piazza arriverà il segnale più importante per il futuro del Pd. Derby di Roma permettendo, ovviamente.