Il sereno dopo la tempesta. Dopo che Matto Richetti ha minacciato di scaricare Maurizio Martina, in uno sfogo coi suoi diventato di dominio pubblico, entrambi gli esponenti Pd si sono affrettati a chiarire. “Non mollo Martina”, ha fatto dietrofront Richetti. “Momenti di tensione sono normali, pace fatta con Matteo”, ha assicurato il candidato alla segreteria dem.
Il casus belli è la mozione Martina sulla composizione delle liste in alcune regioni, dalla Sicilia alla Toscana, dalla Calabria alla Campania, in cui Richetti – come ha confidato in un audio al suo entourage – si è sentito “umiliato”. “Provo profonda amarezza. In alcuni contesti le liste della nostra mozione sono irriconoscibili. L’impegno di persone appassionate e competenti non è stato valortizzato”, si è sfogato al telefono con LaPresse. “E’ inutile che si cerchi il retroscena: quello che ha accomunato me e Maurizio è la volonta di cambiamento e non la logica dei capibastoni ed ecco la mia insoddisfazione. Certo noi non molliamo: non ci interessano i posti. Io sono una persona seria che mantiene i suoi impegni. So che Maurizio ha a cuore cambiamento e rinnovamento. Per questo mi sono arrabbiato doveva esserci un atteggiamento più radicale più rigroso. Detto questo ieri eravamo a Roma insieme, domani saremo a Bologna. Sono le cose che dico anche pubblicamente. Mi batto per i giovani. Detto questo sono più impegnato di prima. Sarò fino alla fine al fianco di Martina”.
E il candidato ha suggellato la tregua: “Pace fatta con Matteo Richetti? Sì, assolutamente. Chi fa i Congressi sa che ci sono momenti di tensione per comporre le liste. Stiamo facendo un lavoro insieme, che bisogna allargare sempre di più. Unire il Pd è la missione numero del congresso. Le primarie del 3 marzo saranno un grande momento di partecipazione democratica e di democrazia attiva alla faccia di chi vuole farlo con un click su una piattaforma privata. Noi abbiamo migliaia e migliaia di persone che ci mettono la faccia”.