“Sono qui per fare una domanda: perché mi dovrei candidare? Non per bramosia di potere, non per fare gli interessi di qualcuno, ma penso che sia giusto dare voci ai territori, ai sindaci, al mondo delle associazioni e del volontariato, ai professionisti che hanno lasciato un’impronta”. Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice, spiega così la sua decisione di correre come governatore del Lazio, presentando la sua candidatura alla con una lista civica. “Io ho incontrato tante persone, molti senza intendere la politica come professione hanno lasciato un segno – ha aggiunto – Non abbiamo nulla da perdere perché tutti abbiamo un lavoro”.
Ha parlato con qualcuno della sua scelta? “Al momento no, la scorsa settimana ho chiamato per rispetto istituzionale Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Gianni Letta. Noi la settimana prossima andremo ad ascoltare le persone e i territori terremotati in questi 30 anni. Il numero mio è sempre a disposizione”. “Io sono un mister e i mister fanno squadra, ma serve un linguaggio comune. Se di vuole dare una svolta all’approccio nella politica, ma non voglio che si litighi per Sergio Pirozzi”, ha aggiunto il sindaco di Amatrice.
“Se vinceremo lo faremo con il sorriso, sono un uomo di pace. Spesso manca il collegamento con i piccoli centri, penso sia un atto di grande coraggio ma noi siamo gente coraggiosa che vuole fare qualcosa per gli altri. Noi andremo ad ascoltare le persone le periferie, partendo da 150 famiglie che ci raccontano le loro storie per essere in grado di fare un percorso in base alle esigenze delle persone”.
Poi la proposta: “Chi farà parte della mia squadra dovrà avere un linguaggio comune, noi faremo un fondo (e ognuno della squadra darà mille euro) per darlo alle associazioni che spesso hanno sostituito le segreterie dei partiti. Io mi auguro che in questi 5 mesi non ci siano ritorsioni verso il Comune di Amatrice”.
Ed esclude di partecipare alle primarie di centrodestra: “Io ho la mia lista e il mio simbolo, sono partito con il sorriso, forse dovevano pensarci prima. Sono tutti tesi, ma non la capisco. Noi partiamo, perché non c’è il culto della personalità, noi nei weekend gireremo le periferie per ascoltare la gente”.
“Ho la possibilità di incidere sulla vita delle persone, nessuno ha difeso i più deboli e le categorie che non hanno rappresentanza, altrimenti puoi solo appellarti al cuore degli italiani: se Amatrice è viva solo grazie a quello – ha aggiunto Pirozzi – Puoi cambiare solo se stai dentro, chi oggi decide le sorti di questo Paese ha paura solo del nazionale. Oggi bisogna ripartire da un certo target, alcuni fanno alchimie e tattiche noi puntiamo ai fatti. Come i Piccoli Comuni sono dimenticati, lo sono anche le donne, le periferie e vanno ascoltati”.
E a chi lo accusa di sfruttare la tragedia del terremoto ad Amatrice, il sindaco risponde: “Dovremmo dire la stessa cosa di Zingaretti che ha sfruttato la visibilità avuta alla Provincia, e di Lombardi che ha sfruttato il fattore mediatico di stare in Parlamento”.