Un sequestro di beni per oltre 19 milioni è stato eseguito da ufficiali giudiziari a titolo conservativo nei confronti della famiglia Zonin su ordine del Tribunale di Vicenza. A richiedere il sequestro sono stati ex soci e risparmiatori della Banca Popolare di Vicenza di cui era presidente Gianni Zonin. Il provvedimento fa seguito a una serie di indagini svolte dalla guardia di finanza di Vicenza.
Oggetto del sequestro mobili, quadri, tappeti e arazzi della villa palladiana degli Zonin. “Il provvedimento è l’esito di una iniziativa delle parti civili ritenutesi danneggiate. Un risultato cui si è giunti grazie a complesse indagini da noi svolte, dimostrando che era in atto una dismissione patrimoniale da parte degli indagati”, ha spiegato a LaPresse il comandante provinciale della guardia di finanza di Vicenza Crescenzo Sciaraffa.
Soddisfatto il Codacons, che rappresenta i risparmiatori traditi nei vari procedimenti aperti dalla magistratura sulle banche venete e sugli altri istituti di credito. “Con l’operazione odierna sono state accolte le nostre richieste – afferma il Codacons – Fin dall’inizio dello scandalo Popolare di Vicenza, infatti, avevamo chiesto in ogni sede che i manager della banca fossero chiamati a rispondere con i propri beni personali dei danni prodotti agli investitori”.
“La nostra priorità ora è che i beni sequestrati siano interamente utilizzati per indennizzare i piccoli risparmiatori coinvolti nel crac Bpvi e che da anni chiedono giustizia”, conclude il Codacons.