Quattro lavoratori della Portovesme srl, nel Sulcis, in Sardegna, sono saliti su una delle ciminiere dell’impianto Kss della fabbrica a oltre 100 metri di altezza: una protesta clamorosa, per protestare contro la fermata degli impianti, che ha indotto i lavoratori e i sindacati a indire una assemblea permanente.
I quattro operai chiedono un incontro al ministero per sbloccare la situazione energetica in Sardegna, altrimenti continueranno la protesta. Questo è quanto comunicato dai lavoratori ai sindacati di categoria. L’azienda sta aumentando la riduzione degli impianti, disattendendo gli impegni presi nei mesi scorsi – secondo quanto contestano i lavoratori – e serve trovare un prezzo equo per l’energia e scongiurare la fermata degli impianti. I lavoratori interinali nel giro di un mese potrebbero rimanere senza lavoro e senza alcuna copertura di ammortizzatori sociali. Il settore Appalti non riesce a dare ai lavoratori l’anticipazione della Cassa integrazione guadagni.
Dopo l’assemblea dei lavoratori convocata ieri la Portovesme srl ha scritto al Prefetto di Cagliari comunicando – e chiedendo un intervento – che per questioni di sicurezza la situazione attuale non può durare oltre le 8 di questa mattina, altrimenti si procederà con la fermata degli impianti. “Tali forme di protesta – scrive – non possono essere più tollerate in una condizione economica come quella che stiamo vivendo”. L’assemblea di ieri mattina era stata molto partecipata e dibattuta. Una cinquantina di lavoratori rischiano di trovarsi in cassa integrazione a zero ore, senza neanche la possibilità di ruotare la cassa come gli altri colleghi.
In una nota, Emanuele Madeddu, segretario della Filctem Cgil e Vincenzo Lai della Famca Cisl, insieme a Pierluigi Loi della Uiltec Uil, esprimono “solidarietà ai lavoratori che intraprendono questa iniziativa per tutelare il lavoro – recita la nota -. Appare evidente come il tema da risolvere sia quello energetico ma non registriamo alcun passo in avanti da parte delle istituzioni”. I tre sindacati di categoria hanno quindi condiviso il documento dei lavoratori chiedendo un immediato incontro con il ministro competente.