Matteo Renzi è pronto a sfiduciare Alfonso Bonafede. “Mi hanno dipinto come se fossi finito all’angolo ma in realtà sono loro ad avere le spalle al muro – dice ai suoi – Noi non molliamo nemmeno di un centimetro. Dicono che io mi fermo per aspettare le nomine. Si vede che non mi conoscono”. Il leader di Italia viva ha chiara in mente la strategia. Il lodo Annibali al decreto Milleproroghe resta. E se il Governo metterà la fiducia per blindare il cosiddetto lodo Conte bis, Iv voterà sì per poi presentare in Senato la mozione di sfiducia al Guardasigilli. A palazzo Madama il senatore di Scandicci è convinto di avere tutti i suoi voti, tutti quelli delle opposizioni (difficile ipotizzare un soccorso azzurro all’esecutivo proprio sulla giustizia) e anche qualcuno del Pd. “A quel punto – è il ragionamento – il ministro Bonafede sarebbe costretto a dimettersi”.
Gli alleati, in realtà, non la fanno così semplice. Anzi. “Se un partito di maggioranza minaccia di sfiduciare un ministro, sta minacciando di sfiduciare l’intero governo”, tuona Dario Franceschini. Anche Vito Crimi punta il dito contro “gli accenti totalmente fuori luogo” arrivati dal fronte renziano. “Gli attacchi e le costanti minacce sono inaccettabili: se intendono aprire la crisi di governo lo si dica chiaramente e si faccia secondo modi e procedure istituzionali”. E se Renzi non chiude all’idea di andare all’opposizione (“finalmente liberi”) e non esclude che su questo tema si possa decretare la fine dell’esperienza giallorossa, i pontieri governisti continuano a lavorare al dossier.
“Il maxiemendamento con dentro il lodo Conte bis che oggi il Governo avrebbe dovuto presentare al Milleproroghe è ancora in fase di studio. Più impegnativo del previsto, viene spiegato, il percorso per assicurare alla proposta di modifica la certezza di superare il vaglio dell’ammissibilità. Gli uffici giuridici di palazzo Chigi, come sempre accade in questi casi, sono in contatto con quelli del Quirinale. Ancora nessun documento è all’attenzione del presidente della Repubblica e, in ogni caso, sul tema l’ultima parola spetta ai presidenti delle Camere, ma – spiegano fonti parlamentari – dal Colle sarebbe arrivato un sostanziale via libera per una sospensiva o una norma transitoria. Diversa, invece, l’indicazione nel caso di una riforma organica della giustizia o della magistratura, fattispecie che non si può fare nel Milleproroghe e neanche per decreto.
E se la maggioranza continua a studiare una possibile via d’uscita, da Iv Luciano Nobili dice sicuro: “Prendete un euro e andate alla Snai e puntatelo su Italia viva. Alla fine vinciamo noi, passa il rinvio”. Sembra una partita di poker. E le scommesse sono aperte.