La contrapposizione tra Regione Lazio e Campidoglio bussa anche alla porta della storica Casa delle Donne. Francesca Koch, presidente dell’associazione, non perde la sua verve e giura di difendere la Casa con le unghie, con i denti e “in tutti i modi”. Soprattutto dopo che la giunta regionale ha annunciato, con il Presidente Nicola Zingaretti, la presentazione di un atto che attesti pubblicamente il riconoscimento per la Casa di luogo di rilevante valore storico e culturale per la città e l’avvio di uno studio che possa misurare scientificamente l’impatto delle prestazioni rese gratuitamente dall’associazione alla città.
Però Koch non perdona la giunta Raggi, che promette una revoca della convenzione che regola il rapporto fra la Casa internazionale delle Donne e Roma Capitale. La giudica una “minaccia” che “si accompagna a una serie di atti di sgombero molto gravi”. Una sequela di rimozioni che “ha messo a tacere molte realtà”. Come quella dei rifugiati politici sudanesi del Darfur, sgomberati da via Scorticabove, o del centro culturale Angelo Mai: “Realtà piccole e meno piccole ridotte al silenzio con politiche di carattere repressivo ed escludente”, denuncia la presidente. “L’amministrazione le avrebbe potute considerare una risorsa. Invece quando i cittadini si organizzano e offrono iniziative sociali vengono zittiti”. Un modo d’agire “perdente e grave”.
Come avete accolto l’iniziativa della giunta del Lazio? Siamo grati al presidente Zingaretti e alla giunta. Sapevamo che c’era l’intenzione di un riconoscimento del valore storico e culturale della Casa delle Donne. Gli siamo riconoscenti, ci sentiamo certamente sostenute. Siamo grate alle persone che hanno voluto partecipare, la presenza della giunta ha compreso il valore della Casa e mi auguro che il Campidoglio possa prendere esempio.
Avete programmato i prossimi passi da fare? Aspettiamo che arrivi il documento di revoca annunciato, lo impugneremo e faremo le nostre azioni per impedire che la revoca sia tradotta in realtà, ci opporremo in tutti i modi con le realtà che ci hanno sostenuto.
Qual è stata la mancanza più grande del Campidoglio? Di essersi lasciato sfuggire l’occasione di compiere una mossa strategica e riconoscere che la Casa è un progetto voluto dell’amministrazione, ha perso l’occasione di muoversi politicamente.
Nella stagione degli sgomberi oggi si aggiunge quello del Camping River… Appunto. E devo aggiungere che la mancanza delle condizioni igieniche si deve proprio a questa amministrazione, che ha tagliato acqua e corrente elettrica. Diciamolo chi è il responsabile di alcune carenze igieniche, usate solo come scusa per sgomberare. Non è questa la strada da seguire. La strada non è espellere e negare. C’era un piano di superamento del campo proposto dall’associazione 21 luglio che l’amministrazione avrebbe fatto bene ad ascoltare.