Dal terrorismo “da un lato è necessario difenderci con tutti gli strumenti possibili, dall’altro la vendita di armi in Arabia Saudita da parte di Trump è l’ultimo episodio che spinge ad aumentare il livello di tensione in Medioriente e rende più complicato il contrasto al terrorismo”. Così Romano Prodi in un’intervista al Fatto Quotidiano commentando l’attacco di Londra. Secondo Prodi l’Europa può difendersi “aumentando le misure di sicurezza, ma soprattutto con più collaborazione fra le forze di polizia, i servizi e una maggiore condivisione dei rapporti informativi. Con un’Europa più unita”. “La sfida – ha aggiunto – è difficile, perché la popolazione nella quale si possono annidare i terroristi è così vasta che non c’è la possibilità di una sicurezza totale. E poi serve una politica completamente diversa per il Medioriente, che attualmente non vedo”.
NO A BERLUSCONI. “La mia tenda è vicina al Pd. Ma se arriva Berlusconi vado altrove”. Quella di Prodi “è una tenda canadese, pratica. Si può infilare nello zaino e rimettersi in cammino per spostarsi. Certo non ho dedicato la mia vita politica a costruire alleanze con obiettivi talmente disomogenei da diventare improduttivi”. Secondo l’ex premier, inoltre, la legge elettorale in discussione e il ritorno al proporzionale “rende impossibile un governo stabile e l’applicazione dello slogan: ‘La sera delle elezioni sapremo chi ha vinto'”. Quello del segretario del Pd Matteo Renzi, spiega Prodi, “è un cambiamento di rotta. Con la legge in discussione ci si obbliga a cercare alleanze fra partiti con diversità inconciliabili. Vi è un’infima possibilità di un governo stabile: la conquista della maggioranza assoluta. Mi pare improbabile ma è pur vero che viviamo nel mondo dove Trump è stato eletto presidente degli Stati Uniti”.
SPETTACOLI DI GRILLO. “Gli spettacoli di Grillo mi piacevano molto. Mi sottopose un paio di volte i suoi testi teatrali, si documentava con rigore sull’esattezza delle battute di economia. Poi è andato per la sua strada fino alla politica. Una cosa è fare teatro, un’altra è governare”. Così Prodi commenta le precedenti dichiarazioni “M5s al governo è un rischio”. “Il rischio – precisa – è l’indefinitezza della proposta: come si fa a prendere decisioni se non si hanno principi che siano di destra o di sinistra? La forza di Grillo è non avere radici, ma questo produce il rischio di non avere linea di governo”.