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Prosecco nel mirino, ma produttori sorridono: superato Champagne

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“Cosa posso dire? Per restare in tema, direi che mi viene da sorridere”. I produttori di Prosecco prendono con filosofia l’attacco del Guardian alle bollicine italiane, che per il quotidiano britannico sarebbero la causa di problemi ai denti. “Sono affermazioni che lasciano in tempo che trovano”, afferma Ernesto Balbinot, produttore di San Pietro di Feletto (Treviso). “Io faccio il contadino, non il medico. Ma quello che posso dire è che il mio bisnonno è morto a 90 anni, bevendo Prosecco e senza mai vedere un dentista”, assicura. “E che dire delle ragazze che lo bevono a Milano sui navigli con sorrisi smaglianti?”, continua.

Tra le accuse del Guardian, in un articolo pubblicato il 28 agosto dal titolo ‘Salva i tuoi denti – e altri sei motivi per smettere con il Prosecco’ c’è anche quella che il vino italiano sarebbe “chiaramente più economico dello champagne”, ma in modo “sospetto”, con prezzi “che scendono fino a 3,33 sterline a bottiglia”. Dietro ai prezzi competitivi del prodotto italiano, però, non c’è nulla di equivoco. “La convenienza è dovuta alle nostre capacità produttive, ai grandi numeri e alla migliore penetrazione di mercato”, spiega Marco Colombo, presidente di Aire Agroalimentare di Varese. “Senza nessuna grandeur in stile francese, ma con grande umiltà, i nostri produttori hanno creato un prodotto di eccellenza che ha conquistato tutti”, continua il rappresentante degli imprenditori dell’agroalimentare varesini. “Siamo alle solite: provano ad alzare barricate contro il Made in Italy che avanza. Ma sono cose che lasciano il tempo che trovano. Sanno tutti che gli zuccheri presenti nel Prosecco non sono nemmeno paragonabili a quelli delle bibite gassate e di certi succhi di frutta”, sottolinea Colombo.

Un’idea precisa delle motivazioni dietro all’articolo del Guardian se l’è fatta la Coldiretti. Per l’organizzazione degli imprenditori agricoli dietro alla “fake news” pubblicata dal quotidiano inglese  “si nasconde in realtà una volontà neoprotezionista favorita anche dal clima generato dalla Brexit”. Secondo i dati resi noti da Coldiretti, il Prosecco ha sorpassato lo scorso anno lo Champagne in termini di valore importato in Gran Bretagna, dove si consuma quasi una bottiglia di spumante italiano diretta all’estero su 3: “Le esportazioni di spumante italiano in Gran Bretagna hanno fatto segnare un aumento del 12% nei primi cinque mesi del 2017, dopo che già lo scorso anno era stato raggiunto il massimo storico di 366 milioni di euro, in controtendenza con l’andamento stagnante generale”. Buone notizie che non stupiscono Ernesto Balbinot. Dalla prospettiva, sulle colline di Valdobbiadene candidate a patrimonio dell’Unesco, si dice convinto che gli inglesi abbiano fatto un autogol: “Questa per noi è tutta pubblicità. Il Prosecco fa scrivere e fa parlare, meglio così”.

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