Faceva prostituire la figlia di tredici anni con uomini molto più anziani tra i quali addirittura un novantenne. La madre della ragazzina è stata arrestata e con lei almeno altre quattro persone che hanno approfittato della bambina. Altri potrebbero essere individuati e arrestati in seguito. I fatti si sono svolti nella campagna di Acate a Ragusa dove ci sono grandi appezzamenti di terreno coltivati a serre. La madre e la figlia vivevano in una situazione di povertà assoluta, dormivano dove capitava e ottenevano, spesso, vitto e alloggio in cambio dei favori sessuali della tredicenne ai braccianti (italiani, ruomeni e nordafricani) che lavoravano nella zona.
Le indagini sono cominciate lo scorso marzo nell’ambito di una serie di controlli sulla piaga del caporalato. Gli agenti della Mobile di Ragusa hanno notato una ragazzina che aveva atteggiamenti apparentemente troppo “vissuti” e, a poco a poco, hanno scopero quello che, nella zona, quasi tutti sapevano. La tredicenne si prostituiva col consenso e la copertura della madre. Gli incontri avvenivano nella stesse serre dove i braccianti lavoravano. La stessa ragazzina, ogni tanto, lavorava nelle serre.
La minore veniva portata dalla madre da un anziano dove faceva la cameriera per poter avere dei generi di prima necessità o anche per fare una doccia e l’uomo la portava su in camera per chiederle dei favori sessuali; così come da altri uomini andavano per poter avere ospitalità in case al mare in territorio di Marina di Acate che in inverno restano disabitate dalle famiglie degli approfittatori: “Tutti coloro che a qualsiasi titolo hanno consumato rapporti sessuali con la minore risponderanno del reato di violenza sessuale anche se non hanno coartato la piccola fisicamente, questo perché il legislatore ha voluto proteggere i minori degli anni 14, proprio perché questi non possono autodeterminarsi nel voler consumare un rapporto sessuale non avendo ancora raggiunto quel grado di maturità”, si legge in un comunicato della questura di Ragusa.
Pochi giorni fa, la Squadra Mobile di Ragusa durante una serie di intercettazioni ha sentito che la ragazzina voleva denunciare uno dei tanti uomini con il quale aveva consumato dei rapporti sessuali La bambina è stata immediatamente affidata a un centro specializzato e una donna della polizia di Stato insieme ad una psicologa ha ascoltato il suo durissimo racconto. “Nel raccontare quanto accadutole non faceva trasparire alcun segno di rabbia nei confronti della madre, questo perché chi doveva proteggerla ha fatto il contrario facendole vivere una vita non sua, una vita che per un’adulta è già atroce. La piccola non si è resa conto perché non ha mai conosciuto la differenza, ovvero la vita che merita una bambina della sua età”, spiegano gli investigatori.
Poche ore dopo il pubblico ministero titolare delle indagini ha disposto il fermo degli indiziati di delitto in quanto si temeva che gli indagati potessero fuggire: dalle intercettazioni emergeva che tutti avessero avuto notizia che la ragazzina era stata portata via dalla polizia, pertanto stavano pianificando una fuga. La procura della Repubblica di Ragusa, competente territorialmente per i provvedimenti disposti con urgenza, ha richiesto la convalida del fermo che il giudice per le indagini preliminari ha accolto, applicando la misura cautelare in carcere per tutti gli indagati tranne che per il 90enne al quale è stata applicata la misura dell’obbligo di dimora nel comune di Vittoria dove risiede.