Nervi tesissimi tra il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda e il segretario Pd Matteo Renzi. A scatenare la polemica è l’indiscrezione che vorrebbe il leader dem intenzionato a eliminare il canone Rai sostituendolo con un finanziamento pubblico.
“Spero che non sia LA proposta del Pd per la campagna elettorale – twitta Calenda – I soldi dello Stato sono i soldi dei cittadini e dunque sarebbe solo una partita (presa) di (in) giro”. Poi l’affondo: “Non capisco perché, dopo aver fatto tante cose serie e buone per la crescita,gli investimenti e l’occupazione , vedi dati Istat di oggi si debba ricadere sulla linea delle promesse stravaganti a tutti su tutto. È un peccato”.
Una reazione dura, quella di Calenda, che suscita quantomeno sconcerto tra le fila democratiche, tanto che lo stesso sottosegretario al Mise Antonello Giacomelli si dichiara “stupito” perché “credo che un ministro debba parlare su dati concreti”. “Non posso commentare una proposta basata su una indiscrezione – dice ancora Giacomelli – Mi meraviglia anche la fretta con cui si dà tutto per certo ed il tono di alcune reazioni. Quello che so è che il governo Renzi con la riforma del canone in bolletta ha recuperato l’evasione ed abbassato il costo per i cittadini onesti che lo pagavano. Dando certezze ai conti pubblici e alla Rai e ponendo le basi per aiutare tutto il settore dell’informazione”. Sul tema “rimane molto da fare. E discuteremo di cosa fare per il futuro in modo libero aperto e impegnato. Senza accontentarci di quello che abbiamo raggiunto, garantendo comunque il finanziamento del servizio pubblico”.
Per Calenda però “il governo Renzi ha messo canone in bolletta e non si può promettere in campagna elettorale il contrario di quello che si è fatto”. E inoltre “se si vuole affrontare la questione allora si ragioni su privatizzazione”. Punto su cui gli risponde ancora Giacomelli: “Trovo contraddittorio da un lato preoccuparsi di difendere l’Italianità di infrastrutture strategiche e dall’altro teorizzare la privatizzazione di una realtà come Rai che finirebbe, facile previsione, in mani non italiane”. Per il leader di LeU Pietro Grasso, “ormai se ne sparano tante: questa del canone mi sembra una come tante altre: non si può valutare un problema in questo modo, senza approfondirlo e valutarne le conseguenze”.
E tra i due litiganti, ride Renato Brunetta di Forza Italia che, sempre su Twitter, fa notare: “Carlo Calenda schiaffeggia mister Etruria Matteo Renzi”, e aggiunge: “Buio per il Fiorentino. E comunque, per la cronaca, il canone in bolletta è arrivato con suoi mille giorni. Dicesi incoerenza”.