Alla fine si è consumato lo strappo nel centrodestra tra FI e Lega sul presidente Rai: il partito di Berlusconi, così come Pd e Leu, non ha partecipato al voto in commissione di Vigilanza, chiamata a dare il parere vincolante sulla nomina di Marcello Foa alla presidenza di viale Mazzini. Serviva la maggioranza dei due terzi dei membri, hanno dato parere favorevole 22 commissari su 40 (ne servivano 27), mentre il forzista Alberto Barachini, presidente dell’organismo di Palazzo San Macuto, ha votato scheda bianca.
Non è servita dunque la telefonata di martedì sera tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini, durante la quale il leader del Carroccio aveva espresso “sconcerto e stupore” per la posizione annunciata da una parte di Fi “di schierarsi con il Pd e non partecipare alla votazione. Senza il parere favorevole della Vigilanza, la nomina di Foa espressa una manciata di ore prima dal Cda non è valida. “Prendo atto con rispetto della decisione della Commissione di Vigilanza della Rai. Come noto, non ho chiesto alcun incarico nel Consiglio che mi è stato proposto dall’Azionista – dice Foa – Non posso, pertanto, che mettermi a sua disposizione invitandolo a indicarmi quali siano i passi più opportuni da intraprendere nell’interesse della Rai”.
Sta al Mef di Tria, dunque, e alla maggioranza gialloverde, decidere cosa fare. Due le strade previste dalla legge. O le dimissioni di Foa – che come lui stesso ha suggerito dovrebbero essergli chieste dall’esecutivo – con l’ingresso di un nuovo consigliere a viale Mazzini, che possa trovare il gradimento anche dell’opposizione perché salga alla presidenza – o la permanenza del giornalista nel Cda. Nessuna presidenza ad interim, anche se in quanto consigliere anziano Foa presiederà le riunioni del consiglio di amministrazione, a partire da quella convocata oggi alle 14.30. E all’interno del Cda dovrebbe essere trovata una soluzione alternativa.
Già nei giorni scorsi era circolato il nome di Gianpaolo Rossi, in quota FdI, come possibile soluzione, ma pare che nemmeno lui incontri il gradimento di Forza Italia. Intanto la maggioranza protesta: “Volevamo la Rai del cambiamento e l’opposizione ha detto di no, la Rai aveva già scelto il suo presidente e il Parlamento ha detto di no. Il patto del Nazareno regge sulle televisioni, questo è il voto di una minoranza ed è una scelta politica”, ha detto all’uscita da palazzo San Macuto Gianluigi Paragone, senatore M5s, secondo cui Foa “per il momento presiederà come consigliere anziano, non penso proprio che debba dimettersi. Mi auguro che non lo faccia. Questo non vuol dire che è un presidente o un presidente ad interim, quello che succederà si vedrà poi”.
I capigruppo della Lega, Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo, si dicono “dispiaciuti dell’asse Pd Fi che cerca di fermare il cambiamento, sia del Paese che della Rai”. E aggiungono: “Dal Pd non ci aspettiamo nulla, con Fi invece siamo pronti a confrontarci perché sicuri che anche la Rai abbia bisogno di aria nuova, cambiamento, qualità e meritocrazia. Siamo convinti che i fraintendimenti di questi giorni sul metodo, più che sul merito, possano essere superati perché le qualità di Marcello Foa, come uomo e giornalista libero e corretto sono universalmente riconosciute e apprezzate”. Da Forza Italia, Maurizio Gasparri fa notare però che “Il metodo è stato sbagliato, il candidato è stato bocciato e pertanto va cambiato. Faccia le sue valutazioni lui e chi l’ha designato”. Critico il segretario Pd Maurizio Martina: “Vogliono una Rai asservita ai comandi di Salvini e della Casaleggio. Il Parlamento ha detto no. La commissione di Vigilanza ha fermato questo scempio orchestrato per avere un presidente funzionale ai voleri dei nazionalpopulisti”.