Piena disponibilità al confronto, ma anche osservazioni concrete e fermezza nel sottolineare eventuali errori blu, perché “l’occasione storica e irripetibile” del Recovery plan non vada sprecata. E’ con questo spirito che Confindustria si presenta al tavolo convocato da Giuseppe Conte sul Pnrr. Il premier è pronto al dialogo. Il nuovo documento “non è un piano del governo ma del sistema-Italia, quindi deve essere ampiamente condiviso”, assicura. L’obiettivo, ribadisce il premier, “è offrire una pronta ripresa al Paese”, dopo la crisi sanitaria e la recessione economica. “Stiamo creando le premesse – dice sicuro rivolgendosi a Carlo Bonomi – per ripartire più forti di prima”. Mentre nel Palazzo ‘impazza’ la crisi di Governo e sempre più forti si fanno le voci di un suo possibile passo indietro per dar vita a un Conte ter, il diretto interessato continua a concentrarsi sul futuro, su quei 209 miliardi attraverso i quali ” superare le carenze strutturali del Paese e a migliorarne la competitività”. Si tratta di una sfida “tra le più importanti dal secondo dopoguerra” che va affrontata – questo il messaggio indirizzato dal presidente del Consiglio anche a Confapi, Unimprese, Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato, Cna, Casartigiani e al Forum terzo settore – “con spirito di intrapresa comune”.
Bonomi, collegato in video con palazzo Chigi, ascolta le parole di Conte, poi sottopone al premier e ai ministri Stefano Patuanelli, Roberto Gualtieri, Fabiana Dadone, Giuseppe Provenzano, Nunzia Catalfo, Paola Pisano e Enzo Amendola, quattro eccezioni “di metodo ancor prima che di merito”.
La prima osservazione riguarda “la mancata conformità con le linee guida indicate dalla Ue”. Bruxelles, ricordano gli industriali, stabilisce “in maniera puntuale, che ogni riforma strutturale e linea di intervento delle 6 missioni strutturali venga declinata secondo una stima precisa degli obiettivi quantitativi che si intende ottenere rispetto alle risorse impegnate”, in modo che la Commissione Ue possa verificarne l’attuazione, scongiurando così il rischio di revoca o restituzione dei fondi. “Le riforme strutturali – insiste viale dell’Astronomia – devono essere quelle indicate da anni nelle raccomandazioni periodiche all’Italia, quindi prima di tutto quelle del mercato del lavoro, della PA e della giustizia e ogni intervento va progettato seguendo questa metodologia”. Confindustria mette in guardia dai rischi che potrebbero derivare da una mancata correzione di rotta: “In assenza di un quadro generale di priorità, compatibilità e obiettivi, ogni valutazione rischia di ridursi ad una mera somma di richieste, in nome dei diversi interessi economici e sociali”. Gli industriali chiedono quindi “una stima chiara” degli obiettivi sull’aumento dei tassi di occupazione – a partire da giovani e donne sulla diminuzione dei NEET, sull’aumento dei laureati, sulla diminuzione dei gap territoriali e di genere – e un’indicazione forte su quella che sarà la riforma degli ammortizzatori sociali. Per viale dell’Astronomia occorre poi mettere in campo un assetto organizzativo “efficace” anche sull’”essenziale” capitolo delle infrastrutture, con un “revisione profonda” delle procedure della Pa.
Gli industriali manifestano “piena disponibilità” ad andare avanti nel confronto, ma chiedono di essere coinvolti in modo “strutturato e continuativo”, insieme alle parti sociali”, nella Governance del Recovery.
in modo da contribuire a rendere “efficace e credibile” il Pnrr. Il Governo incassa e continua il lavoro. “All’interno del piano sono dettagliati tutti gli step, l’intensità, le annualità e la messa a terra degli investiment.
L’execution sarà fondamentale, dobbiamo esserne ossessionati”, assicura Stefano Patuanelli, che apre alla costruzione di “una cabina di regia in grado di far marciare i progetti il più speditamente possibile, senza intoppi burocratici”.