La quota vincente
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Recovery Fund, Commissione propone 750mld: a Italia forse 173. Rigoristi frenano

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 Il Recovery Fund dell’Unione europea potrebbe valere 750 miliardi, di cui 500 a fondo perduto e 250 in forma di prestiti, accanto ad un ambizioso bilancio comune da 1.100 miliardi. Sono queste le cifre immaginate dalla Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen, che raccoglie e rafforza le indicazioni di Francia e Germania. Il fondo verrà alimentato raccogliendo fondi sui mercati finanziari, con una “una svolta per fronteggiare la crisi senza precedenti”, rivendica il commissario europeo Paolo Gentiloni, impegnato ad allontanare il ritorno dello spettro dell’austerità.

Sull’Italia, che dovrebbe ricevere la quota più sostanziosa, i numeri saranno ufficializzati a breve (e dovranno poi essere confermati da nuovi negoziati e ratifiche nazionali). Informalmente si parla di quasi 173 miliardi che andrebbero a Roma: 82 sotto forma di aiuti e 91 in prestiti da restituire sul lungo termine, a tasso agevolato. Al momento c’è questa proposta della Commissione: dovrà essere discussa dal Consiglio Ue dove Austria, Olanda, Svezia e Danimarca (riuniti nel fronte “frugale”) potrebbero innalzare le barricate.

 Pur preparandosi a dar battaglia, il premier olandese Mark Rutte riferisce di una telefonata avuta con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e usa parole positive per i piani di riforma illustrati di Palazzo Chigi. I contatti continueranno, e un primo confronto allargato arriverà con la riunione del Consiglio Ue convocata in giugno, quando inizierà il semestre di turno dalla Germania.

 E, visto il sostegno di Parigi e Berlino, con qualche modifica il Recovery Fund potrebbe superare anche i dubbi delle quattro capitali rigoriste. La stessa Von der Leyen racconta di aver studiato a fondo le loro rimostranze, e di aver accolto la richiesta di un approccio temporaneo, proporzionato e, soprattutto, lontano da ogni mutualizzazione del debito. Ad essere comune sarà sì l’emissione di titoli per alimentare il fondo, che però servirà solo da Piano Marshall anti-virus . Insomma, non nascerà un ministero del Tesoro europeo: “Sarà una misura una tantum, eccezionale”, spiega la presidente.

 Nel dettaglio, la Commissione chiedere fondi nei mercati finanziari, e li restituirà sul lungo termine. Con che soldi? Qui si apre un altro fronte di discussione. La Commissione propone di rimodulare i permessi di emettere Co2 inquinante, varare una nuova tassa digitale e magari anche un’altra sulla plastica, visto che a Bruxelles si immagina una ripresa in chiave ecologica.

I tempi, comunque, sono lunghi: ufficialmente, il piano vedrà la luce l’anno prossimo. Ma, per iniettare immediatamente liquidità nelle economie europee, la Commissione sta lavorando ad un rafforzamento dell’attuale bilancio comunque, che scadrà quest’anno per poi rinnovarsi per un altro settennato dal 2021.
 

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