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Regolamento di Dublino, scontro sulla proposta di riforma della Bulgaria

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Al via l’incontro dei ministri dell’Interno dell’Ue a Lussemburgo dove si cercherà di superare lo stallo sulla riforma del regolamento di Dublino, che disciplina il diritto di asilo per i migranti che arrivano in Europa. Un vertice che si preannucia piuttosto complesso, con una scadenza che incombe e le pressioni del nuovo governo italiano che contribuiscono a riaccendere le tensioni. I ministri sentiranno oggi le proposte di compromesso della Bulgaria con l’obiettivo di giungere ad un punto di incontro prima del vertice del 28-29 giugno a Bruxelles. Stando ai documenti visionati da AFP, la Bulgaria chiede di “alleggerire l’onere dagli Stati” in prima linea “come l’Italia e “frenare” i flussi secondari “dei richiedenti asilo che atterrano in un Paese dell’Ue e viaggiano verso un altro Stato”.

I paesi dell’Est vedono come priorità l’arresto degli spostamenti secondari, che hanno causato caos e proteste negli ultimi anni e indotto alcuni Paesi della zona Schengen a ristabilire i controlli di frontiera. Per avvicinarsi alle esigenze di Roma e Atene, tuttavia, la bozza bulgara prevede anche la redistribuzione obbligatoria dei richiedenti asilo, ma solo come ultima risorsa. Le persone saranno ricollocate solo in casi eccezionali e gli Stati potranno disporre di una particolare “flessibilità” per ridurre i numeri loro assegnati.

Secondo la proposta, inoltre, i Paesi di prima linea dovranno affrontare una maggiore “responsabilità nella registrazione degli arrivi. L’obiettivo è quello di velocizzare le procedure per determinare quali Paesi devono farsi carico dei richiedenti asilo autentici o espellere quelli che non lo sono.

Le proposte bulgare rappresentano un “buon punto di partenza per un compromesso” tra gli Stati membri, ha dichiarato una fonte diplomatica. “Ma probabilmente non sposteranno le linee” che stanno dividendo i Paesi negli ultimi mesi, ha aggiunto la fonte.

Alla bozza si oppongono, per motivi diversi, l’Italia e i Paesi dell’Est, ma anche la Germania si è detta contraria alla proposta bulgara così com’è. “Vedremo come si posizionerà l’Italia” sulla riforma del sistema Dublino, ma “in altri Paesi c’è un’opposizione ancora più forte”, ha dichiarato il segretario di Stato tedesco, Stephan Mayer, all’ingresso del consiglio Affari interni, citando il gruppo di Visegrad (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia) e i Paesi dell’Europa meridionale. “Lo stesso governo tedesco critica punti specifici dello stato attuale dei negoziati”, ha aggiunto Mayer, definendo “inaccettabile” a questo stadio la proposta di compromesso messa sul tavolo dalla presidenza bulgara dopo mesi di lavori.

Domenica è tornato a battere sulla questione migranti il ministro dell’interno Matteo Salvini, in visita a Pozzallo. “L’Italia e la Sicilia non possono essere il campo profughi dell’Europa“, ha ribadito Salvini, aggiungendo che la bozza di riforma condanna l’Italia e altri paesi del Mediterraneo a continuare a sopportare il peso di una crisi migratoria senza precedenti. E proprio con Salvini parlerà al telefono il ministro dell’Interno austriaco, Herbert Kickl, che arrivando al vertice ha dichiarato: Il nuovo governo italiano è un “alleato forte” nelle politiche migratorie europee. “Mi rallegro di qualsiasi alleato che metta gli interessi degli Stati membri europei al centro delle riflessioni”, ha aggiunto Kickl, esponente del partito Fpoe, che assieme alla Lega, fa parte all’Europarlamento del gruppo politico Europa delle Nazioni e della Libertà, nazionalista ed euroscettico.

Nel frattempo, in Italia, c’è chi continua a criticare il neo ministro dell’Interno proprio su questi temi. Maurizio Martina fa notare infatti che “l’errore cruciale per l’Italia fu fatto dalla Lega e da Berlusconi nel 2003 quando firmarono il regolamento di Dublino lasciando così il nostro paese solo anche nella gestione dei richiedenti asilo”. “Ora come allora – continua il segretario reggente del Pd – ne subiamo tutte le conseguenze negative e appellarsi a Orban per cambiare l’Europa mi pare sia la scelta peggiore: così si faranno solo passi indietro, non certo passi avanti”.

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