In fuga dalla furia dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., con la speranza di salvarsi portava con sé un piccolo tesoretto di monete che gli avrebbero consentito di continuare a vivere. Si tratterebbe di 20 denari d’argento e due assi in bronzo, per un valore nominale di ottanta sesterzi e mezzo, che all’epoca poteva garantire il mantenimento di una famiglia di tre persone per una quindicina di giorni. Dopo il ritrovamento del ‘fuggiasco’ solo qualche giorno fa a Pompei, un uomo di circa 30 anni che rimase schiacciato da un grosso blocco di pietra sul torace, con il corpo sbalzato all’indietro dal potente flusso di lava nel tentativo di mettersi in salvo, il prosieguo degli scavi al cantiere della Regio V ha portato alla luce una piccola borsetta che il giovane stringeva al petto. Lo scheletro è stato ritrovato all’incrocio tra il Vicolo delle Nozze d’Argento e il Vicolo dei Balconi, di recente scoperta, che protende verso via di Nola.
Tra le costole del torace erano dapprima emerse 3 monete; via via, rimuovendo i resti della vittima, che saranno portati al Laboratorio di ricerche applicate del Parco archeologico di Pompei, è venuto fuori il prezioso bottino. Le monete sono allo studio dei numismatici che ne stanno definendo il taglio e il valore, mentre i resti decomposti della piccola borsa saranno analizzati in laboratorio per definire il materiale. A un primo esame sembrerebbero 20 denari d’argento e due assi in bronzo.
Le monete hanno cronologia molto varia. È stato possibile esaminare 15 monete, per la maggior parte repubblicane, a partire dalla metà del II secolo a.C. Una delle monete repubblicane più tarde è un denario legionario di Marco Antonio, comune a Pompei, con l’indicazione della XXI legio. Tra le poche monete imperiali individuate un probabile denario di Ottaviano Augusto e due denari di Vespasiano.