Quindici edifici per un totale di circa 3.500 persone, la stragrande maggioranza rifugiati. Si racchiude in questi numeri l’emergenza abitativa di Roma. L’ultimo ‘censimento’ del Comune di Roma risale allo scorso anno ai tempi del commissario straordinario Francesco Paolo Tronca. È stato lui a firmare il ‘piano di attuazione del programma regionale per l’emergenza abitativa di Roma Capitale’. Nel documento si partiva da 16 edifici (nella lista anche il palazzo di via Curtatone sgomberato la scorsa settimana, ndr) da ‘liberare’ man mano che “si renderanno disponibili gli alloggi da assegnare sulla base del bando speciale.
DA VIA COLLATINA 385 A CENTOCELLE Nel mirino del Comune ci sono gli edifici di: via Carlo Felice 69, Viale del Policlinico 137, via delle Provincie 196, via Gian Maria Volontè 9, via Tiburtina 1099, via Tiburtina 1064, via Prenestina 944, via Collatina 385, Via Tuscolana, viale del Caravaggio 105/107, Via dell’Impruneta 51, via di Torrevecchia 156, via Cardinal Capranica ex Scuola G. Calabria, via Tor dé Schiavi 101, Via Arrigo Cavaglieri 6/8.
I CRITERI PER LO SGOMBERO Gli immobili sono stati individuati secondo le priorità stabilite dal tavolo tecnico. Gli stabili devono essere “pericolanti con rischio per l’incolumità degli occupanti”, devono avere un “provvedimento di sequestro preventivo” e devono essere palazzi “la cui occupazione comporta danni erariali”.
LE CASE DA ASSEGNARE Nel documento si stanziano risorse per mettere in campo, anche attraverso percorsi di autorecupero, 1.200 alloggi da destinare in parti uguali alle famiglie nelle graduatorie per una casa popolare 2000 e 2012, agli aventi diritto all’assistenza alloggiativa nei residence, attualmente in chiusura, e a quanti vivono nelle occupazioni “entro la data del 31 dicembre 2013”.