Giuseppe De Vito Piscicelli è stato ucciso da un mix di alcol e droga, forse metadone. Il 22enne trovato morto dai genitori il 1 maggio nel suo appartamento, avrebbe assunto la sera prima, in compagnia della fidanzata, un insieme di sostanze capaci di uccidere se miscelate. L’autopsia sul corpo del ragazzo, effettuata ieri presso l’Istituto di medicina legale de La Sapienza avrebbe confermato una possibile morte per overdose, ma per avere certezza delle cause del decesso bisognerà aspettare i risultati degli esami tossicologici. Il ragazzo è stato trovato morto nell’appartamento di Viale di Villa Grazioli, nel quartiere romano dei Parioli, dove viveva con la famiglia: sul petto una scritta in lettere rosse, “Mi hai lasciata sola, mi vendicherò”.
I genitori della vittima hanno raccontato agli agenti che la sera prima il ragazzo era in casa con la fidanzata, E. G.. I due giovani, entrambi con problemi di droga, si erano conosciuti in una comunità di recupero per tossicodipendenti. Quando i genitori hanno trovato il figlio per lui non c’era già più nulla da fare, ogni tentativo di rianimarlo è stato vano, mentre la ragazza aveva lasciato l’appartamento. Rintracciata dagli inquirenti, la giovane è stata sentita il 1 maggio, ha subito ammesso di essere lei l’autrice del messaggio scritto con il pennarello rosso scritto sul petto del fidanzato: “Era un gioco”. Ora è indagata per reato in conseguenza di altro reato: la possibile cessione di stupefacente che potrebbe essere all’origine della morte giovane.
La storia d’amore dei due giovani era stata segnata da droga e alcol fin dall’inizio, quando avevano condiviso l’esperienza delle comunità senza riuscire ad uscire dall’incubo della dipendenza. Non è chiaro se i due siano stati insieme fino al malore di lui, né se sia stata la giovane a scrivere sul corpo del ragazzo, e per quale motivo.