Milano, 18 mag. (LaPresse) – “Ci siamo un po’ abituati a questa non particolarmente ricca e unidirezionale forma di attribuzione di epiteti al dottor Berlusconi. Io non condivido questa scelta ma non posso impedire che altri impieghino termini che io al loro posto, ma mi basta il mio, non avrei impiegato”. Lo ha detto l’avvocato Federico Cecconi, difensore di Silvio Berlusconi, commentando alcune definizioni di Silvio Berlusconi date dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano nel corso della requisitoria di questa mattina. Il magistarto ha definito l’ex premier un “sultano” a cui vengono portate le “odalische” e ha ricordato come ad Arcore sia stata usata una “violenza orribile” alle giovani donne che partecipavano alle serate. Non solo. Berlusconi, all’inizio del processo 8 anni fa era uno degli “uomini più potenti del mondo”, amico anche di leader come il presidente russo Vladimir Putin, mentre ora è un “grande anziano” ed è “malato”. “Credo che si possano avere opinioni diverse senza arrivare a queste forme di esternazione che rischiano anche di essere viste come espressione di cattivo gusto”, ha aggiunto l’avvocato. Cecconi che ha detto di non aver ancora “avuto di modo di parlare al dottor Berlusconi ma – ha concluso – credo di poter interpretare il suo pensiero”.
Ruby ter: legale Berlusconi, da procura esternazioni di cattivo gusto
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