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Running, Ilias Aouani: “Il record italiano non mi basta. Con Crippa sfida senza limiti”

Foto AP-LaPresse - Tutti i diritti riservati

Il record italiano sulla maratona è “un traguardo importantissimo”, ma lo vive “come una tappa di passaggio. Perché per essere competitivi a livello mondiale “bisogna lavorare tanto”. E del resto già domani Yeman Crippa, al suo esordio in maratona a Milano, potrebbe rubargli lo scettro: “La competizione sana tra di noi non può che farci bene, è un ulteriore stimolo a migliorare sempre”. Ilias Aouani ha 27 anni e lo scorso 19 marzo, a Barcellona, ha fermato il crono sulle 2h 07’16”, battendo di tre secondi il precedente record di Eyob Faniel. “Era la seconda maratona in cui cercavo il tempo, dopo il debutto a Milano dello scorso anno (il migliore di sempre per un italiano), agli Europei di Monaco dello scorso agosto era una gara diversa”, racconta a LaPresse. “E’ bellissimo poter dire di essere l’italiano più veloce ma ho tanta consapevolezza e tanta determinazione per avvicinarmi al mio potenziale”.

In quest’anno, racconta, ha lavorato sul consolidamento delle sue capacità aumentando la quantità e la qualità dell’allenamento: “due, tre sedute intense a settimana, con lunghi di 30-40 chilometri e medi variati. E poi doppie sedute giornaliere, per una media di 200 chilometri a settimana, anche di più. E poi attenzione all’alimentazione, con carboidrati che sono il ‘motore’ e le giuste quantità di grassi e proteine: “non si fa certo la fame, ma per la maratona bisogna anche tenere sotto controllo il peso”. Sacrifici che hanno ripagato e che ora gli fanno dire che “la maratona è la mia gara, è quella che sento più congeniale, che mi viene naturale”. Il bello, spiega, è che “te la godi, se riesci ad allenarti bene sei in equilibrio. Il peggio? La preparazione con tutti quei chilometri e la dieta”, ride. Tanto che, confessa, dopo la gara di Barcellona “in albergo mi riempivo il piatto con quello che trovavo. Ed è stato bello mangiare schifezze davanti al mio allenatore senza che mi dicesse niente – scherza – poi sono rientrato subito in Italia e mi sono mangiato una pizza”.
 
Dal 2021 si allena con Massimo Magnani, “mi sono trasferito a Ferrara da Milano, così può seguirmi meglio. Com’è stato? Milano è molto caotica, Ferrara è a misura d’uomo, sembra fatta apposta per chi corre”. La testa, ora, corre già ai prossimi obiettivi: “Bisogna vedere, potrebbe essere una maratona autunnale come New York o i mondiali di Budapest”. E naturalmente, Parigi 2024: “voglio fare una gara da protagonista, cosa significa in termini di tempi devo ancora capirlo ma voglio crescere”. Se la vedrà anche con Crippa: “Sono curioso di vedere cosa fa a Milano, è un atleta di altissima qualità. Certo, non c’è mai una correlazione esatta tra i tempi sui diecimila e la mezza e quelli in maratona, ma se dovessi scommettere direi che può fare il record italiano al debutto”. Record che oggi è suo ma “se mi dovesse battere sarebbe uno stimolo a fare meglio, è una rivalità molto sana”.
 
All’indomani della sua gara a Barcellona, Aouani – che ha vissuto in Marocco per i primi due anni, prima di raggiungere il papà a Milano con la famiglia – ha ricevuto diversi insulti razzisti, cui ha replicato con un post su Instagram, cui ha replicato definendo l’Italia ‘un bellissimo paese di gente di gran cuore’. “Non ho vissuto male questa storia degli insulti, sono cose che succedono a chi ha un certo livello di notorietà e non è certo la prima volta che mi capita. Ho voluto approfittarne per mandare un messaggio a chi non ha il mio carattere, non è un primatista italiano e magari non reagisce allo stesso modo, non mi sento una vittima ma volevo fare una riflessione per mandare un messaggio positivo – spiega – gli italiani sono razzisti? No, non lo sono, è solo una minoranza”.

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