Russia al voto domenica 18 marzo per le elezioni presidenziali. In una tornata che si preannuncia senza sorprese, con l’attuale capo dello Stato Vladimir Putin senza veri rivali in corsa e quindi certo di essere riconfermato per un nuovo mandato di sei anni, circa 110 milioni di cittadini su 142 sono chiamati alle urne. Il principale oppositore di Putin, Alexey Navalny, è stato escluso dalla corsa, dichiarato ineleggibile fino al 2024 a causa di una condanna in tribunale che lui sostiene sia stata orchestrata dal Cremlino. Ma la sua voce l’ha fatta sentire lanciando alle migliaia di sostenitori appelli al boicottaggio del voto, che definisce un “inganno”.
Così per Putin, dal momento che i sondaggi lo danno vincitore con il 70%, diventa fondamentale dimostrare la propria forza mantenendo l’affluenza alta: secondo la Cnn, la formula magica per il Cremlino sarebbe 70-70, cioè il 70% dei voti e il 70% di affluenza.
RUSSIA AL VOTO: CHI SONO GLI OTTO CANDIDATI
8 CANDIDATI MA PUTIN SICURO VINCITORE. Il 18 marzo è una data simbolica: ricorre infatti il quarto anniversario dell’annessione della Crimea da parte della Russia, che avvenne nel 2014. Si tratta del primo turno: in teoria, se nessuno degli otto candidati ottenesse la maggioranza assoluta si dovrebbe tornare al voto per il secondo turno l’8 aprile. Soltanto una volta si è verificato questo caso: nel 1996, quando il presidente uscente Boris Yeltsin sconfisse Gennady Zyuganov al ballottaggio. Sette i candidati in corsa oltre a Putin: Pavel Grudinin, Vladimir Zhirinovsky, Ksenia Sobchak, Grigory Yavlinsky, Boris Titov, Sergey Baburin e Maxim Suraykin. Ma nessuno di loro supera il 10%. Il rivale più vicino a Putin è il candidato del partito comunista Pavel Groudinin, che nonostante la sua rimonta si ferma secondo i sondaggi all’8% circa, contro il 70% dell’attuale presidente. Il principale oppositore del Cremlino, Navalny, non è appunto fra i candidati: la sua candidatura, lanciata a dicembre del 2016, è stata bloccata a dicembre scorso, adducendo come motivazione la condanna a carico dell’attivista anti-corruzione per accuse di appropriazione indebita.
SPIA RUSSA UCCISA IN GB E RUSSIAGATE NON PESERANNO. Il voto giunge in un periodo di tensione molto alta fra la Russia e l’Occidente, per diversi motivi. Innanzitutto le accuse di interferenze nelle elezioni di altri Paesi, Stati Uniti in primis, dove il super-procuratore Robert Mueller indaga sul cosiddetto Russiagate in relazione alle presidenziali Usa del 2016 che hanno portato Donald Trump alla Casa Bianca. E più di recente è esploso il caso della ex spia russa Sergey Skripal, avvelenata in Inghilterra con la figlia Yulia: la premier britannica Theresa May ha puntato il dito contro Mosca e ha annunciato l’espulsione di 23 diplomatici russi, mentre la Russia ha promesso che espellerà a sua volta diplomatici britannici. Ma non pare che queste tensioni avranno alcun riflesso sul voto di domenica: anzi lo scontro con l’Occidente sembra portare a Putin consensi in patria.
PUTIN VERSO 4° MANDATO: AL POTERE FINO AL 2024. Con questa rielezione, per Putin si tratterà del quarto mandato da presidente, il secondo consecutivo. Eletto capo di Stato della Russia per la prima volta nel 2000 dopo le dimissioni di Boris Yeltsin, da allora è rimasto sempre alla presidenza tranne per una pausa di quattro anni, dal 2008 al 2012, in cui ha ricoperto l’incarico di primo ministro per rispettare la regola che fissa un massimo di due mandati consecutivi possibili per un presidente. Anche nelle vesti di premier, con Dmitry Medvedev presidente, è rimasto comunque il leader indiscusso della Russia riuscendo a mantenere alto il suo consenso. Dal 2012 una modifica apportata alla Costituzione ha esteso da quattro a sei anni il mandato presidenziale, il che significa che Putin è in corsa per rimanere al potere fino al 2024.