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Russiagate, l’incontro tra Trump Jr e l’avvocatessa russa nel mirino di Mueller

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Il procuratore speciale Robert Mueller, nell’ambito dell’inchiesta sul Russiagate, vuole discutere con il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, della dichiarazione iniziale data da suo figlio a proposito del controverso incontro con l’avvocatessa russa Natalia Veselnitskaya. Lo ha riferito il New York Times.

Donald Trump Jr lo scorso luglio rilasciò un comunicato in cui si afferma che l’incontro, tenutosi alla Trump Tower nel 2016, era stato istituito per discutere di un programma russo di adozioni. Secondo quanto emerso, la dichiarazione sarebbe stata realizzata con il contributo diretto di Trump. Tuttavia, il figlio del presidente in seguito pubblicò una serie di e-mail pre-riunione in cui aveva manifestato interesse per l’incontro con la legale Veselnitskaya, che in quella sede gli avrebbe consegnato delle presunte informazioni dannose sulla candidata democratica alla presidenza Hillary Clinton. “Se è davvero come dici, sarebbe meraviglioso, soprattutto più tardi in estate”, scrisse Trump Jr in una delle mail.

Secondo il rapporto del Nyt, i pubblici ministeri che lavorano per Mueller “hanno interrogato numerosi funzionari della Casa Bianca sulla genesi del comunicato e su come direttamente il Sig. Trump abbia supervisionato il processo”.

Sempre secondo il quotidiano, la squadra del procuratore ha già comunicato agli avvocati di Trump che la dichiarazione “è uno dei vari argomenti che i pubblici ministeri vogliono discutere in un interrogatorio faccia a faccia” con il presidente, attualmente in fase di negoziazione con la Casa Bianca.

Uno degli altri elementi trattati dal Nyt nella sua inchiesta riguarda la direttrice delle comunicazioni della Casa Bianca Hope Hicks. Stando a quanto riferito, Mark Corallo, ex portavoce del team legale di Trump, avrebbe dovuto testimoniare che Hicks avrebbe potuto avere intenzione di ostacolare la giustizia nelle indagini sull’incontro.

Secondo il rapporto, Hicks avrebbe dichiarato durante una teleconferenza che le e-mail di Trump Jr “non usciranno mai“, portando Corallo a credere che intendesse tenerle nascoste.

Il suo avvocato, Robert P. Trout, ha smentito la citazione riportata dal giornale. “Non l’ha mai detto e l’idea che Hicks abbia mai suggerito che le e-mail o altri documenti venissero nascosti o distrutti è completamente falsa”.

Trump chiese a Rosenstein: “Sei nella mia squadra?” Nel frattempo emergono anche altri dettagli nell’ambito dell’inchiesta sulla presunta collusione tra lo staff elettorale del presidente e Mosca. A dicembre il vice ministro della Giustizia americano e responsabile delle indagini sul Russiagate, Rod Rosenstein, andò alla Casa Bianca a dicembre per incontrare il presidente Donald Trump. Questi, ha riferito Cnn citando fonti anonime, gli chiese come stessero andando le indagini e se lui fosse “nella mia squadra”. La notizia potrebbe ulteriormente alimentare l’idea che il repubblicano abbia tentato di violare l’indipendenza del ministero della Giustizia e di interferire con l’inchiesta affidata al procuratore speciale Mueller.

Secondo le fonti, Rosenstein fu sorpreso da quelle domande e svicolò a proposito dell’indagine sul Russiagate, di cui il vice ministro alla Giustizia ha responsabilità dopo che il ministro Jeff Sessions ha ricusato se stesso. Alla seconda domanda, riporta Cnn, Rosenstein rispose: “Certamente siamo nella sua squadra, signor presidente”.

Le preoccupazioni dell’Fbi. Intanto l’Fbi ha fatto sapere di avere “pesanti preoccupazioni” sull’accuratezza di un memo segreto del Congresso che potrebbe dipingere l’agenzia come molto politicizzata, mentre un consigliere della Casa Bianca ha dichiarato che documento sarà pubblicato. Basato su informazioni classificate, il dossier di quattro pagine redatto dal deputato repubblicano Devin Nunes, presidente della commissione Intelligence della Camera, ipotizza che dipartimento di Giustizia ed Fbi abbiano abusato del loro potere controllando un membro del team elettorale del presidente Donald Trump nel 2016.

Il dipartimento e l’Fbi hanno fatto pressione perché il memo non sia diffuso, poiché potrebbe inquinare le indagini del procuratore speciale Robert Mueller sul Russiagate. Ma il chief of staff della Casa Bianca, John Kelly, ha affermato oggi che il documento sarà presto reso pubblico, una volta che gli avvocati della Casa Bianca lo avranno esaminato.

“Il presidente vuole che tutto sia fuori, così che gli americani possano capire da soli. Se queste persone dovranno essere portate alla giustizia, lo siano”, ha aggiunto parlando a Fox Radio. “Come espresso nella nostra revisione iniziale – ha invece dichiarato il Bureau – abbiamo serie preoccupazioni sulle omissioni di materiale di fatti che impattano in modo fondamentale l’accuratezza del dossier”.

 

 

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