“Siamo pronti, abbiamo un programma, una squadra. Se ci chiamano, incominciamo a lavorare da domani mattina”, ha dichiarato Matteo Salvini, all’indomani dei risultati delle elezioni politiche e della vittoria in Lombardia del candidato della Lega Attilio Fontana. Ma a chi gli chiede dove prenderà i voti che mancano in Parlamento per una maggiroanza di governo di centrodestra risponde: “Non facciamo accordi partiti o politici. Chi condivide il nostro programma fondato sul lavoro, non sull’assistenza. Via la legge Fornero, gli studi di settore, il controllo dei confini, la legittima difesa e la riforma della scuola. Chi ci sta può darci una mano, però escludo qualsiasi accordo partitico o politico alla vecchia maniera”.
E la mano potrebbe arrivare anche da una sinistra delusa dal Pd renziano. Renzi, ha detto Salvini, è “vittima della sua arroganza e, quindi, peccato perché c’è una tradizione di sinistra che o non vota o in tanti casi guarda alla Lega. Vedremo di raccogliere quella forza, quella passione di ascoltare gli artigiani, gli operai, i precari che qualcun altro ha perso”.
Sulla questione premiership, il leader del Carroccio non è disposto a fare passi di lato se si convergesse su un altro nome in caso di governo di centrodestra. “Ho fatto una campagna elettorale in lungo e in largo per Salvini premier. Ci hanno dato 12 milioni di voti come coalizione, 5 milioni alla Lega e poi mi dicono cosa fai, ti scansi? No”, sono le parole di Salvini, che, in ogni caso, ha aggiunto: “Sono contento della compattezza del centrodestra. Andremo insieme al Quirinale e insieme siamo pronti a governare”.