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Saman Abbas, lo zio: “Abbiamo fatto lavoro perfetto grazie a Dio”

Foto AP-LaPresse - Tutti i diritti riservati

“Se qualcuno chiede, tu dovresti dire ‘La Polizia ha preso lei’. Se qualcuno chiede dove sono i genitori, tu dovresti dire che la mamma era troppo malata e con tuo padre è partita per il Pakistan”. Sono queste le istruzioni che una zia di Saman Abbas, la 18enne di origine pakistana che è scomparsa da Novellara (Reggio Emilia) il 30 aprile del 2021, ha dato al fratellino della ragazza, che si trova in una comunità protetta. La donna, che utilizza un numero di telefono inglese, lascia un messaggio vocale al ragazzo nella notte 1 maggio e aggiunge: “Tu, Kami (uno dei cugini, ndr.) e lo zio dovete dire tutti la stessa cosa. Anche tu dovresti mettertelo in testa che è così! Non è successo nulla. In più, non devi dire niente a nessuno”, conclude la donna non sapendo di essere intercettata. La conversazione è stata verbalizzata ed è finita agli atti del processo per omicidio a carico dei genitori di Saman, dello zio e di due cugini, che di aprirà il prossimo 10 febbraio davanti al Tribunale di Reggio Emilia.

“Mio padre, nel gennaio 2021, era andato in Pakistan dalla famiglia del mio fidanzato e a suo fratello, che ha ripreso queste parole in un video, aveva detto: ‘Tu dì a tuo fratello di lasciare Saman‘. In realtà, in quella circostanza, mio padre e il fratello di mia mamma lo avevano anche minacciato dicendogli: ‘Se tuo fratello non lascia Saman noi lo uccidiamo insieme a tutta la vostra famiglia’”. È quanto emerge dalle dichiarazioni che Saman Abbas, la 18enne di origini pachistane, residente a Novellara (Reggio Emilia) e scomparsa nella primavera del 2021, aveva rilasciato ai carabinieri denunciando la sua situazione familiare. Per la sua sparizione sono indagati i genitori, uno zio e due cugini. La giovane, che era già fidanzata con un connazionale che abita in Italia, aveva segnalato alle forze dell’ordine la volontà da parte dei familiari di farle sposare obbligatoriamente un parente in Pakistan. “In quella circostanza, mio padre e mio zio erano accompagnati da altre persone, che erano armate di pistola e che hanno sparato in aria”, si legge ancora nel documento risalente a un anno fa.

“Abbiamo fatto un lavoro perfetto grazie a Dio … “. Così Danish Hasnain, lo zio paterno di Saman Abbas, la 18enne di origine pakistana scomparsa dalla sua casa di Novellara (Reggio Emilia) il 30 aprile 2021, nel pomeriggio del 1 maggio viene intercettato mentre scambia dei messaggi Whatsapp con un’interlocutrice in Pakistan. Lo zio dice che il padre di Saman “arriverà in Pakistan al più presto” e “starà per sempre in Pakistan”. L’amica si raccomanda con lui di “assicurarsi di eliminare la chat”, ma non specifica quale e afferma di essere “molto preoccupata” poi si raccomanda con lo zio, invitandolo a dire che la ragazza è andata in Pakistan. L’uomo a quel punto la rassicura, dicendo che “non succederà nulla” e che appena potrà farà ritorno in Pakistan. Lo scambio di messaggi è agli atti del processo per omicidio a carico dei genitori di Saman, dello zio e di due cugini, che di aprirà il prossimo 10 febbraio davanti al Tribunale di Reggio Emilia.

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