Allo scoccare della mezzanotte tra mercoledì e giovedì Pietro Grasso non sarà più il presidente del Senato. A succedergli – provvisoriamente, è chiaro – andrà al più anziano componente di Palazzo Madama. Chi è? Un senatore speciale, ex presidente della Repubblica, 92enne: Giorgio Napolitano. Questi, tecnicamente, ricoprirà la carica di presidente provvisorio del Senato. E quindi, seppure per pochi giorni, seconda carica dello Stato dopo Sergio Mattarella.
SEGGI LIBERI: OGNUNO SI SIEDE DOVE VUOLE. Domani inizierà quindi ufficialmente la 18esima legislatura, tanto a Palazzo Madama quanto a Montecitorio. Al Senato i gruppi non saranno ancora formati (ci sono 3 giorni di tempo): ognuno si potrà sedere dove preferisce. In un primo momento, alcuni scranni rimarranno vuoti: si tratta di quelli dei senatori subentranti, che sono 23 e verranno proclamati più avanti.
IL DISCORSO DEL PRESIDENTE PRO TEMPORE. Alle 10.30, Napolitano terrà un breve discorso, che dovrebbe durare circa 10 minuti. Vi saranno quindi alcune comunicazioni formali, tra cui l’annuncio della nomina di una nuova senatrice a vita, Liliana Segre. Quindi, attorno alle 11, verranno indicati 6 senatori segretari per le operazioni di elezione del presidente. Di norma questo ruolo tocca ai più giovani eletti a Palazzo Madama (salvo rinuncia).
I 23 SENATORI SUBENTRANTI. Si procederà poi alla nomina della giunta provvisoria per la verifica dei poteri, costituita dai senatori membri della stessa giunta nella precedente legislatura. Napolitano sospenderà la seduta per permettere la riunione di tale giunta, che si terrà presso la Sala Pannini (dove normalmente si tiene la capigruppo). La giunta, i cui lavori dovrebbero durare almeno una mezz’ora, procederà alla nomina di 23 senatori subentranti (coloro che si sono presentati in più collegi sono eletti laddove hanno preso meno voti, e di conseguenza altri parlamentari subentrano per il seggio lasciato libero).
LE PRIME DUE VOTAZIONI. Quindi, ripresi i lavori sempre sotto la guida di Napolitano, si procederà al primo voto per l’elezione del presidente. Lo stesso Napolitano, seguendo una prassi consolidata, dovrebbe esprimere la sua preferenza. In questo caso, il quorum per eleggerlo è la maggioranza assoluta dei voti dei componenti del Senato (161 voti). Il voto è segreto, espresso su fogli che verranno raccolti in un’urna. Lo spoglio sarà effettuato con la lettura di ogni voto da parte dello stesso Napolitano. Se nessuno dei candidati raggiungerà maggioranza, si passerà alla seconda votazione che si potrebbe tenere indicativamente alle 16.30 di venerdì.
TERZA VOTAZIONE E BALLOTTAGGIO. Quindi, a prescindere dall’orario in cui si terminerà il conteggio della seconda votazione, e sempre che non sia stato superato il quorum di 161 voti da nessuno, verrà messa in agenda per sabato una terza votazione. E’ plausibile immaginare che questa si terrà verso le 10.30. A questo punto, però, il quorum si abbassa: si partirà dal conteggio dei voti espressi dai presenti(comprese le schede bianche), la metà più 1 del risultato sarà la maggioranza necessaria per l’elezione. Se nemmeno in questa terza votazione dovesse emergere un vincitore, si passerà al ballottaggio tra i due nomi che hanno preso più voti.