La quota vincente
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Serie A, l’ex Vidal e Barella stendono la Juve: l’Inter aggancia il Milan in vetta

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Non sempre l’allievo supera il maestro e questa volta il primo era Andrea Pirlo e il secondo Antonio Conte. Un’Inter tatticamente perfetta batte nettamente per 2-0 una brutta Juve e aggancia momentaneamente il Milan in vetta alla classifica della Serie A, in attesa del posticipo che vedrà i rossoneri impegnati stasera a Cagliari. La Juventus resta così a -7 dalla vetta (con una gara da recuperare) e con la prospettiva di ritrovarsi a -10 fra 24 ore. Le reti del grande ex Vidal (protagonista di una polemica social per aver baciato lo stemma della Juve prima della gara) e di Barella regalano ai nerazzurri il derby d’Italia numero 175, dopo gli ultimi otto tentativi consecutivi andati a vuoto. I bianconeri pagano le assenze di De Ligt, Cuadrado e Alex Sandro fermati dal Covid, di Dybala infortunato. Ma questo non giustifica una prestazione opaca, senza mai dare la sensazione di poter impensierire l’Inter e con un Ronaldo mai in partita. Tatticamente Conte ha preparato alla perfezione la gara, punendo la Juve in contropiede e sfruttando la maggior brillantezza a metà campo di Barella e Vidal oltre alle micidiali accelerazioni di Hakimi, Lautaro e Lukaku. Pirlo non è riuscito a trovare le contromosse, finendo per soccombere e forse dire definitivamente addio alle chance di inserirsi nella lotta per lo Scudetto. Mercoledì, inoltre, la Juve si giocherà anche il primo trofeo della stagione, la Supercoppa italiana contro un Napoli in salute. Servirà ben altra prestazione.

Quello andato in scena a San Siro è il 175° Derby d’Italia e arriva nella penultima gara del girone d’andata, la 18esima di Serie A. Conte conferma il solito 11 con l’ex Vidal a centrocampo al fianco di Brozovic e Barella. Sulle fasce Hakim e Young, in attacco Lautaro e Lukaku. Nella Juve, Pirlo recupera Chiellini in difesa al fianco di Bonucci. A centrocampo c’è Rabiot al fianco di Bentancur e Ramsey. Sulle fasce Chiesa e Frabotta. In attacco Morata e Ronaldo. Non c’è la solita cornice di pubblico, ma a San Siro va in scena uno spettacolo di fuochi pirotecnici prima dell’inizio della partita da parte dei tifosi nerazzurri. Rischia di farne le spese Bonucci, con un problema agli occhi. Da segnalare l’abbraccio fra Conte e Pirlo, insieme da allenatore e giocatore ai tempi della Juventus.

Inter come prevedibile subito aggressiva, la Juve si affida invece alla rapidità e agli strappi di Chiesa per ribaltare l’azione. Dopo una punizione di poco fuori di Brozovic dai 20 metri, al 10′ il Var annulla per fuorigioco di Chiesa un gol di Ronaldo. Passano tre minuti e l’Inter passa con un colpo di testa vincente del grande ex Vidal, che ha aspettato proprio la sfida contro i bianconeri per segnare il suo primo gol in campionato con la maglia nerazzurra. Il cileno ha subito l’occasione per il raddoppio, ma calcia alto da centro area su un cross dalla destra di Hakimi ciccato da Lautaro. Pirlo invita subito i suoi ad alzare il pressing, ma la sensazione è che la Juve sia entrata in campo senza la necessaria determinazione. L’Inter è padrona del campo e prova ancora a impensierire Szczesny con Brzovic dalla distanza. È poi Lautaro a divorarsi incredibilmente il raddoppio a porta vuota, dopo una respinta di Szczesny su Lukaku lanciato in contropiede. Il Toro ci riprova poco dopo con un destro dal limite di poco fuori, ancora dopo un micidiale contropiede orchestrato da Lukaku. Bisogna aspettare invece dopo la mezzora per il primo tiro della Juve verso la porta di Handanovic, un sinistro da lontanissimo di Ronaldo con palla ampiamente alta. CR7 ci riprova ancora qualche minuto dopo, ma calcia centrale fra le braccia del portiere sloveno dell’Inter. La squadra di Pirlo, però, è incapace di contenere le ripartenza dei nerazzurri, così nel finale di tempo arriva la terza occasione per il raddoppio sciupata questa volta da Young.

Nel secondo tempo la musica non cambia, con l’Inter che nei primi cinque minuti ha tre potenziali occasioni in contropiede con il centrocampo della Juve sempre fuori posizione. Al quarto tentativo i nerazzurri non sbagliano, con Barella che supera Szczesny dopo essere scappato a Chiellini e Frabotta su un lancio dalle retrovie di Bastoni. Imbarazzante la differenza di qualità e vitalità fra i due centrocampo. Tatticamente, Conte ha preparato la partita per colpire proprio i punti deboli del sistema adottato da Pirlo. Il tecnico bianconero prova a correre ai ripari inserendo in un colpo solo Kulusevski, McKennie e Bernardeschi al posto di Ramsey, Rabiot e dell’infortunato Frabotta. È proprio del neo entrato McKennie il primo vero pericolo creato dalla Juve, con un colpo di testa su angolo parato però da Handanovic. È un fuoco di paglia. L’Inter continua a imperversare nelle praterie lasciate dai bianconeri, sfiorando il terzo gol ancora con Lautaro in contropiede e poi con Hakimi. Nel finale poi la squadra di Conte controlla la sterile reazione della Juve, racchiusa tutta in un destro rasoterra di Chiesa parato a terra molto bene da Handanovic. Il tecnico nerazzurro alla vigilia aveva detto che l’Inter non aveva ancora colmato il gap dalla Juve. La sensazione è che non solo l’abbia colmato, ma lo abbia anche ampiamente ribaltato…

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